Gli Hezbollah e le milizie sciite irachene continuano a rafforzare il loro arsenale. I primi ricevono il materiale via Siria, una rotta colpita più volte da Israele con una serie di raid per neutralizzare materiale strategico, ma anche le seconde – stando a rivelazioni della Reuters – avrebbero ottenuto di recente un buon numero di missili di produzione iraniana, con una portata compresa tra i 200 e i 700 chilometri. Armi che potrebbero essere usate in eventuali scontri con Israele e Arabia Saudita. La strategia perseguita da Teheran è quella di dotare i propri alleati regionali di strumenti in grado di garantire forme di rappresaglia. L’impatto bellico è relativo, ma certamente è più consistente quello politico perché consente allo schieramento sciita di poter comunque ingaggiare gli avversari, incidendo in particolare sul “fronte interno”, ossia città e insediamenti. Una scelta, quella dell’Iran, consolidatasi dopo le esperienze del conflitto libanese del 2006, i combattimenti a Gaza e la campagna nello Yemen: una salva di razzi permette di tenere in scacco i civili, uno SCUD risponde all’attacco dell’Aviazione. Inoltre, da mesi, i tecnici iraniani stanno sviluppando dei kit che renderebbero più precisi gli ordigni. Le indiscrezioni sulle forniture alle formazioni irachene hanno innescato l’immediata reazione di Gerusalemme. Il Ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha affermato che lo Stato Ebraico non pone limiti al suo raggio d’azione, dunque potrebbe – in caso di minaccia – cercare di neutralizzare i “pezzi” giunti in Iraq. Un’estensione di quanto gli israeliani hanno compiuto, in questi anni, nel quadrante siriano: fonti militari hanno precisato che sono stati circa 200 nell'arco di 18 mesi. Le ultime incursioni sono avvenute martedì a Banias e Wadi al Ayum coinvolgendo impianti dedicati alla costruzione di missili. A conferma di una situazione estremamente fluida ci sono pure le notizie di intelligence rilanciate da Fox News. L’Iran avrebbe riaperto la “rotta” libanese per rifornire gli Hezbollah: in almeno 2 occasioni aerei cargo hanno trasferito a Beirut carichi bellici. Gli episodi sarebbero avvenuti il 9 luglio e il 2 agosto. Quanto alla natura delle “merce” si parla di tecnologia e mezzi che i guerriglieri intendono usare per migliorare le prestazioni dei missili.