RIVISTA ITALIANA DIFESA
Singapore valuta sostituzione degli F-16 con F-35 17/07/2018 | Andrea Mottola

La Republic of Singapore Air Force (RSAF) ha comunicato che nei prossimi mesi verrà presa una decisione definitiva sulla sostituzione dell’attuale flotta di cacciabombardieri leggeri F-16C/D Block 52/52+. Al momento il Pese può contare su 60 aerei, consegnati tra il 1998 ed il 2005, distribuiti su 3 squadroni di stanza sulla base di Tengah, più la componente addestrativa PEACE CARVIN IV di 12 aerei distaccata presso la Luke AFB. I velivoli di Singapore si trovano nel pieno di un aggiornamento di mezza vita - partito nel 2016 ed il cui completamento dovrebbe concludersi nel 2022 - che li porterà ad uno standard equivalente a quello degli F-16V/Block 70/72 (radar Northrop Grumman AESA AN/APG-83 SABR, nuovo sistema IFF e sistema trasmissione datalink-16) e ne garantirà il mantenimento servizio fino al 2029/2030. Tuttavia, come evidenziato dallo stesso Ministro della Difesa singaporiano Ng Eng Hen, la pianificazione ed il processo di sostituzione, “richiede un tempo di esecuzione di una decina d’anni”. Gli apparecchi oggetto di valutazione non sono stati resi noti, ma la RSAF ha sottolineato che i criteri fondamentali nella scelta saranno la costo-efficacia del velivolo, la semplicità manutentiva ed addestrativa, nonché l’interoperabilità con gli attuali sistemi e piattaforme singaporiani e con assetti di paesi alleati/partner. Pur non avendo comunicato ufficialmente le piattaforme prese in considerazione per la sostituzione dei FALCON, la lista è facilmente definibile e comprende i soliti noti: TYPHOON (Tr.3 o l’eventuale nuova variante Tr.4 tedesca), Su-57, J-20, J-31 e, soprattutto, F-35. Quasi certamente la scelta ricadrà su quest’ultimo, tenuto conto che Singapore è uno dei partecipanti – insieme ad Israele - al programma JSF in qualità di Security Cooperative Participant. Alcune voci, risalenti al 2016, parlano della possibile acquisizione di un mix di 28 velivoli F-35A a decollo ed atterraggio convenzionale e di una dozzina di F-35B STOVL – considerati particolarmente strategici per un paese di appena 278 km² e con basi aeree particolarmente vulnerabili nel caso di un “first strike” - e che l’acquisto sia stato ritardato in attesa della riduzione dei costi unitari dei velivoli, della risoluzione dei problemi tecnici legati alle release dei vari software, nonché nell’attesa dell’ottenimento di garanzie riguardanti eventuali customizzazioni e possibilità di effettuare revisioni/manutenzioni in loco.


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