RIVISTA ITALIANA DIFESA
Una nuova nave-spia per la Svezia 16/08/2018 | Giuliano Da Frè

Le crescenti tensioni con la Russia nello scacchiere settentrionale stanno rifocalizzando l’attenzione di Stoccolma verso il proprio apparato militare, ridimensionato dai tagli avviati negli anni ’90. E mentre, nei giorni scorsi, il sottomarino AIP GOTLAND ha ripreso il mare dopo i radicali lavori di MLU avviati con un contratto firmato nel 2015 per i 3 battelli della classe, il 15 giugno, presso il cantiere polacco Nauta Shipyard di Gdynia, si è tenuta la cerimonia dell’impostazione per una nuova unità SIGINT/ELINT, la cui lavorazione era iniziata a marzo. La nave, lunga 74 metri e con un dislocamento di 2.200 t., nel 2020 dovrà prendere il posto dell’ORION, realizzata nel 1984 e che, a dispetto della neutralità svedese, era stata equipaggiata con il supporto della United States National Security Agency (NSA), e che nel 1985 fu speronata da un dragamine sovietico per essersi troppo avvicinata a un’area di esercitazione della Flotta rossa. L’ORION è stata impiegata anche per compiti civili, appoggio alla componente subacquea e di guerra alle mine, e anche la nuova unità avrà capacità polivalenti. Il contratto per la sua costruzione, frutto di un programma lanciato nel 2010, è stato firmato con Saab Group il 17 aprile 2017, per un valore di 83 milioni di dollari, escluse le speciali attrezzature di sorveglianza elettronica, mentre veniva selezionato il cantiere polacco Nauta di Gdynia (parte del Polish Armaments Group-PGZ Stocznia Wojenna, con cui Saab ha stretto alleanza nel 2016) per la costruzione della nave. La lavorazione, col taglio della prima lamiera, era iniziata il 1° marzo. Una volta effettuati varo (2019) e collaudi, la nave sarà trasferita presso gli impianti Saab Kockums a Karlskrona, per ricevere gli impianti top secret selezionati dal Ministero della Difesa svedese, in parte recuperando apparecchiature già installate sull’ORION durante gli upgrade più recenti. La consegna è prevista nel 2020, e permetterà a Stoccolma, in collaborazione con la NATO, di migliorare grandemente le capacità di sorveglianza elettronica sulle sempre più aggressive attività navali e militari russe nel delicato scacchiere baltico.


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