Il velivolo MQ-9A “Predator B” dell’Aeronautica Militare, è operativo in Afghanistan. L'aeromobile a pilotaggio remoto, destinato a breve a sostituire la precedente versione operativa in Afghanistan dalla primavera del 2007, ha effettuato il suo primo volo decollando dalla base aerea di Herat. Il “Predator B” vanta, rispetto al "Predator A+", capacità e caratteristiche nettamente superiori conservando la peculiarità di non essere armato. Infatti, il nuovo apparecchio è equipaggiato con sensori ad alta risoluzione che forniscono un full motion video (video trasmesso in tempo reale) molto più nitido e definito nei dettagli consentendo di operare a quote più alte senza determinare diminuzioni in termini di qualità visiva.Il motore a turbo elica di cui è dotato, inoltre, consente di dimezzare i tempi di arrivo e rientro dalla zona di operazioni, cosicchè, la sua autonomia di volo sia usata molto più sull’obiettivo da acquisire e meno per tempi tecnici. In aggiunta il nuovo velivolo permette di operare anche in condizioni climatiche avverse, quali presenza di pioggia, vento e ghiaccio.Non per ultimo, il Predator B è dotato, in aggiunta alla precedente versione, di un radar ad apertura sintetica (SAR, Synthetic Aperture Radar), che consente di avere immagini radar ampliando la gamma di prodotti a supporto degli analisti. Il velivolo a pilotaggio remoto MQ–9A, quindi, garantirà alla coalizione multinazionale e alle Forze di Sicurezza afghane un "occhio dall'alto" significativamente più avanzato, più flessibile e più efficace nello svolgimento delle missioni di intelligence, sorveglianza, ricognizione e di supporto aereo.I Predator impiegati dall’Aeronautica Militare in Afghanistan a supporto della missione ISAF, appartengono al task group “Astore”, a sua volta inquadrato nella Joint Air Task Force del Regional Command West che raccoglie, sotto il comando del Colonnello Francesco Saverio Agresti, tutte le unità di volo ad ala fissa attualmente impiegate dall’Italia nel teatro operativo afghano.