RIVISTA ITALIANA DIFESA
La mossa di Macron sulla Libia 28/05/2018 | Pietro Batacchi

Domani si terrà a Parigi una nuova conferenza internazionale sulla Libia fortemente voluta dal Presidente Macron. In molti ritengono la mossa dell'Eliseo come una sorta di scacco matto inferto all'Italia proprio nel bel mezzo di una delle più gravi crisi politico-istituzionali della sua storia. A pensar male si fa peccato...ma ci si azzecca, ed i tempi dell'iniziativa francese sono quanto meno sospetti, alla luce di precedenti che hanno visto Parigi porsi in concorrenza diretta con Roma sui dossier libici. Il Presidente francese ha invitato alla Conferenza praticamente tutti gli attori più importanti dell'arena libica, il Rappresentante Speciale dell'ONU Salamè, ambasciatori di diversi Paesi, ecc. L'obbiettivo è forzare i Libici ad andare alle elezioni entro l'anno senza un accordo tra gli attori principali a monte, come invece vorrebbe l'ONU, riunificare le istituzioni finanziarie del Paese e favorire il processo di accorpamento delle milizie. Nella Libia di oggi, un libro dei sogni che, però, sembra contenere, come emerso da alcune bozze circolate in questi giorni, un trappolone bello e buono per Roma laddove tra le istituzioni libiche si indica pure l'LNA (Libyan National Army) del Generale Haftar. L'LNA, difatti, non è riconosciuto come tale dall'ONU ed altro non è se non un grande collettore di milizie e potere locali, soprattutto della Cirenaica, ed espressione nè più nè meno degli interessi del Cairo in Libia. Se questo passaggio dovesse essere confermato domani, l’Esercito Nazionale Libico riceverebbe una legittimazione, obbiettivo al quale puntano i Francesi da tempo, che avrebbe significative ripercussioni sul Governo di Accordo Nazionale del Premier riconosciuto Serraj. In pratica, domani si potrebbe suggellare in via definitiva l'alleanza tra Parigi ed il Cairo sulla Libia, in un momento di grande difficoltà per l'Italia, da sempre al fianco di Tripoli e e Serraj e grande sponsor degli Accordi di Skirat del 2015. Non è un caso che negli ultimi giorni nella capitale libica si siano registrate tensioni, voci di golpe e movimenti di milizie sul terreno, con il “patto di sindacato cittadino” dal quale dipende Serraj – formato dalle milizie di Haithem Al Tajouri, Abdul Rauf Kara,  Abdul Ghani Al-Kikli e Hashm Bishr del “mandamento” di Abu Salim – che sembra voler lanciare segnali verso Roma. Segnali ai quali nessuno oggi può rispondere in maniera convincente.


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