RIVISTA ITALIANA DIFESA
Completati i test della SDB II 03/05/2018 | Andrea Mottola

Raytheon ha concluso di recente i test della bomba planante guidata GBU-53/B Small Diameter Bomb (SDB) II. Sviluppata nell’ambito di un programma congiunto che vede la partecipazione di USAF e US Navy, la SDB II è un’arma di dimensioni contenute (177 cm di lunghezza per 17,8 cm di diametro) del peso di 94,3 kg – dei quali 47,6 di testata bellica – destinata all’impiego tattico contro bersagli fissi (situati ad una distanza di circa 100/110 km) e in movimento (distanti 70/75 km), in condizioni ognitempo. Le dimensioni contenute delle SDB II consentono di caricarne 28 sui lanciatori BRU-61A degli F-15E STRIKE EAGLE (28 ordigni complessivi su 7 guide) e 8 nelle baie interne di F-22 ed F-35. L’ordigno è caratterizzato dalla presenza di un datalink tattico della Rockwell Collins a 2 vie – capace di comunicare a terra in UHF e con la piattaforma lanciante in Link 16 - che consente aggiornamenti continui sulla posizione dell’obiettivo durante la planata, l’eventuale re-targeting in volo, il tracking dell’ordigno e il possibile annullamento/aborto dell’attacco. Altra caratteristica peculiare è quella afferente al sistema di guida delle bombe: oltre al classico sistema di navigazione inerziale/GPS per la guida iniziale e mid-course, le SDB II sono dotate di un avanzato seeker tri-modale (sensore radar a onda millimetrica MMW, sensore infrarosso e sistema laser semi attivo) per la guida terminale e l’acquisizione del bersaglio. I profili d’impiego dipendono dalle 3 possibili modalità d’attacco utilizzate: primaria, contro bersagli in movimento in condizioni meteo avverse, tramite l’utilizzo del sensore MMW per la detezione ed il tracking del bersaglio ed il seeker IR per la fase terminale; secondaria, tramite l’impiego del laser presente all’interno del seeker per il tracking dell’obiettivo sfruttando l’illuminazione dello stesso da un designatore presente sul velivolo o da un JTAC sul terreno; e coordinato, ai danni di bersagli fissi o stazionari tramite l’inserimento di una determinata serie di coordinate. Le capacità “stand-off” dell’arma vengono incrementate dalle alette a scomparsa alloggiate all’interno della struttura centrale. Tornando ai test, il programma ha visto l’utilizzo di 44 SDB II sganciate da F-15E STRIKE EAGLE – velivolo base per i test e le valutazioni dell’ordigno – in 3 diversi profili di utilizzo: contro bersagli in movimento in condizioni meteo avverse, tramite controllo dell’ordigno di una terza parte in remoto via datalink e nella modalità “discriminazione” nel caso di utilizzo contro un preciso obiettivo situato a pochi metri da altri falsi bersagli. Nei prossimi mesi si passerà ai test finali d’integrazione delle SDB II sugli F-35 dell’Aeronautica e sugli F-18E/F SUPER HORNET ed F-35C della Marina.


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