RIVISTA ITALIANA DIFESA
SU-25 per contrastare ISIL 30/06/2014 | Andrea Mottola

Lo scorso 26  giugno, il Primo Ministro iracheno Maliki ha annunciato l’acquisto di una dozzina di caccia Sukhoi SU-25 “di seconda mano” da Russia e Bielorussia, per un costo che si aggira intorno ai 500 milioni di dollari. L'acquisto dei Sukhoi rappresenta una soluzione di emergenza per Baghdad, dopo che la prevista consegna di caccia F-16 ed elicotteri APACHE statunitensi è stata procrastinata più volte. A tal proposito, Maliki si è lamentato per i continui ritardi nella consegna velivoli, in virtù di un accordo firmato ben 3 anni fa. Ad oggi, infatti, il primo degli F-16IQ Block 52 destinato all’Aeronautica Irachena è ancora negli Stati Uniti per collaudi e per l’addestramento dei primi 6 piloti iracheni. L’attuale situazione sul campo, venutasi a creare con l’offensiva di ISIL, ha reso ancor più urgente l’acquisto di velivoli che possano garantire supporto aereo ravvicinato alle truppe di terra, in evidente (e sorprendente) difficoltà nel fronteggiare i ben addestrati e finanziati militanti sunniti. Ciò ha portato Maliki a rivolgersi allo storico fornitore russo per ottenere aerei con tali capacità, in tempi più ristretti. Il primo lotto di 5 SU-25 è arrivato in Iraq il 28 giugno, trasportati da un aereo da trasporto strategico AN-124 RUSLAN dell’Aeronautica Russa e dovrebbero essere resi operativi entro la fine di questa settimana. Con essi sono giunti alcuni tecnici e la logistica necessaria a favorire l’entrata in servizio degli apparecchi in seno all’Aeronautica Irachena. I FROGFOOT verranno schierati in una base dell’Iraq meridionale. La consegna di tali apparecchi, peraltro, dovrebbe anticipare l’invio di circa 10 elicotteri d’attacco MI-28 HAVOC e MI-35 HIND. Tornando ai FROGFOOT, come detto si tratta di velivoli dismessi delle Aeronautiche Russa e Bielorussa. I SU-25 sono aerei da attacco al suolo che rappresentano il contraltare dell'A-10 statunitense, sebbene decisamente inferiore quanto a prestazioni. Si tratta di apparecchi che necessitano di una manutenzione relativamente “a buon mercato” e che offrono una discreta versatilità e buone capacità di attacco al suolo. Tuttavia, il fatto che si tratti di velivoli di “seconda mano”, peraltro acquistati con una certa fretta, potrebbe far nascere più di qualche dubbio sulla loro utilità nell’attuale contesto iracheno. I FROGFOOT non sono solo velivoli obsoleti (con conseguenti problemi di operatività e difetti strutturali), ma sono anche incompatibili con i sistemi d’arma e gli equipaggiamenti di produzione americana di cui, oggi, sono dotate le Forze Armate irachene (dai missili aria-suolo HELLFIRE, ai sistemi di comunicazione, alla logistica). A tal proposito sarà interessante capire che tipo di supporto tecnico-logistico è stato fornito con gli SU-25. Difficile pensare che i caccia russi vengano pilotati da piloti iracheni non addestrati al volo su tali apparecchi (alcuni fonti, infatti, parlano di piloti bielorussi sui FROGFOOT iracheni…). Inoltre, se si vuol dar credito alle dichiarazioni di Maliki, che afferma che i SU-25 entreranno in servizio entro una settimana, servirà un pacchetto completo di supporto logistico. Nello specifico: tecnici per la manutenzione, armieri, scorte di carburante e munizioni, pezzi di ricambio, oltre a supporto ISTAR e rete di comunicazione e controllo (C2), fondamentali per coordinare gli attacchi e ridurre al minimo il numero di vittime da fuoco amico. Ecco, allora, spiegato il costo salato per l'acquisto di pochi aerei così datati.


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