Stanotte Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno lanciato un attacco contro una serie di obbiettivi in territorio siriano. Come andiamo dicendo da giorni, il presunto attacco chimico di tipo rudimentale a Douma non poteva restare senza risposta, e le 3 potenze occidentali sono passate all'azione. Secondo quanto comunicato in un briefing del Pentagono, sarebbero stati colpiti uno stabilimento del Syrian Scientific Studies and Research Center (SSRC) nella capitale Damasco, un centro di stoccaggio di armi chimiche ad ovest di Homs e, sempre nell'area di Homs, un altro centro di stoccaggio ed un posto di comando. Secondo altre fonti, invece, nell'attacco sarebbero state colpite anche la base di Dumayr, da dove sarebbero partiti gli elicotteri che avrebbero lanciato i barili al cloro e amminiaca contro Douma il 7 aprile, e la base missilistica di Al Qutifah. Nell'attacco sarebbero stati lanciati oltre 100 missili, 110 secondo il Ministero della Difesa siriano, da navi e sottomarini nel Mediterraneo Orientale, ma anche da aerei. In particolare, come scrivevamo anche ieri, nell'area operativa gli Stati Uniti possono contare sul cacciatorpediniere USS DONALD COOK, sul sottomarino OHIO convertito USS GEORGIA e sul sottomarino classe VIRGINIA USS JOHN WARNER, ma sarebbero stati impiegati anche bombardieri strategici B-1B LANCER decollati dalla base qatarina di Al Udeid che dovrebbero aver usato missili standoff a lungo raggio JASSM ER. Coinvolte anche Francia e Regno Unito. Parigi ha usato i propri caccia RAFALE - facendoli partire direttamente dalle basi in Francia (aerei equipaggiati con la versione lanciabile da aereo del missile da crociera a lungo raggio SCALP, SCALP-EG) e rifornendoli in volo, ma anche fregate tipo FREMM nel Mediterraneo che hanno impiegato missili SCALP-Naval (all'esordio operativo). Gli Inglesi, invece, come confermato dal Ministero della Difesa di Londra, hanno utilizzato 4 bombardieri tattici TORNADO GR4 che hanno utilizzato nell’attacco missili da crociera STORM SHADOW (la versione britannica dello SCALP). La Russia, che ha minacciato "conseguenze", ha tuttavia precisato che le proprie difese in Siria non sono intervenute. L'antiaerea siriana avrebbe abbattuto una quindicina di missili, anche se il Ministero della Difesa di Damasco ha parlato di oltre 60 abbattimenti. Chiaramente, adesso lo scontro prosegue sul piano degli annunci e delle dichiarazioni, ma la sensazione è che si sia trattato di un attacco, di intensità superiore a quello lanciato lo scorso anno dopo i fatti di Khain Sheikhun, ma pur sempre limitato su obbiettivi in qualche misura "concordati" con la Russia. Tuttavia, una valutazione più approfondita dovrà giocoforza essere fatta più avanti con maggiore calma.