Il riacutizzarsi della crisi siriana dopo il presunto attacco con armi chimiche di Douma del 7 aprile, l’attacco israeliano contro la base siriana T4 e le parole del Presidente Trump stanno portando a una nuova mobilitazione militare nell’intera regione. E l’ipotesi di un attacco americano, con il supporto inglese e francese, alle forze governative e iraniane in Siria sembra mai come oggi dietro l’angolo. Già il 5 aprile, alla presenza del Principe Andrea, Duca di York e Viceammiraglio onorario della Royal Navy, era stata inaugurata la nuova base navale britannica HMS JUFFAIR nel porto di Mina Salman, nel Bahrain. La struttura, costata 3 anni di lavoro e 40 milioni di sterline, e che ospiterà fino ad un massimo di 550 militari inglesi – con una presenza media di 300 -, fornirà il supporto logistico alle operazioni della Royal Navy (ma anche a forze navali alleate e amiche) nel Golfo Persico e nell’Oceano Indiano, rafforzando la presenza britannica ad est di Suez, non più permanente dopo lo strategico ritiro del 1971, e sarà in grado di ospitare anche le nuove portaerei classe QUEEN ELIZABETH (che però non entreranno in servizio prima del 2020). In caso di guerra, gli Inglesi possono, inoltre, contare nella regione sulla base cipriota di AKROTIRI dove sono schierati caccia Eurofighter TYPHOON e bombardieri tattici TORNADO GR4 (questi equipaggiati anche con missili land-attack a lungo raggio STORM SHADOW), nonché velivoli da sorveglianza e ricognizione SENTINEL R1 Anche la Francia dispone di una base navale nel Golfo, ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, mentre nel Mediterraneo orientale è al momento presente la fregata tipo FREMM AQUITAINE. La nave è equipaggiata anche con 16 moduli di lancio Sylver A-70 per l’impiego dei missili da crociera a lungo raggio land-attack SCALP NAVAL (versione lanciabile da nave e sottomarino a più lunga portata dello STORM SHADOW). Le forze aeree francesi sono presenti presso la base aerea di Al Dhafra (Abu Dhabi), che ospita distaccamenti a rotazione di caccia multiruolo MIRAGE 2000D o RAFALE, e la base giordana di Muwaffaq Salti, sempre con distaccamenti di MIRAGE 200D o RAFALE. La presenza più importante nella regione è ovviamente quella americana. Washington può innanzitutto contare sulla grande base di Al Udeid in Qatar, sede dei comandi avanzati di CENTCOM (Central Command) e di AFCENT (Air Force Central, la componente aerea di CENTCOM). Al Udeid ha la pista più lunga di tutto il Medio Oriente, ovvero quasi 4.500 m, ed ospita bombardieri strategici B-1 LANCER (o in alternativa B-52H) e velivoli per la ricognizione e la sorveglianza del campo di battaglia E-8 J-STARS, ed all’occorrenza anche cacciabombardieri F-15E STRIKE EAGLE. Come i Francesi, gli Americani usano in maniera permanente pure Al Dhafra, dove generalmente sono schierati UAV per la ricognizione e sorveglianza ad alta quota RQ-4 GLOBAL HAWK, aerei spia U-2 DRAGON LADY, velivoli per la sorveglianza dello spazio aereo E-3 SENTRY e aerorifornitori KC-10. Nella base possono operare anche cacciabombardieri F-15E, caccia F-16 e caccia pesanti stealth F-22. A Muwaffaq Salti, infine, è presente pure un distaccamento di F-16 dell’USAF. Non dimentichiamo, però, che gli Stati Uniti possono operare con i bombardieri B-52H e B-2 anche dalle basi di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, e di Fairford, nel Regno Unito, nonché dalle basi sul proprio territorio. Per quanto riguarda il dispositivo navale, a Manama, in Bahrein, ha sede il Comando della componente navale di CENTCOM e la Quinta Flotta dell'US Navy. La flotta si articola su 7 Task Force più un comando logistico a terra: la TF-50 comprende un Carrier Strike Group, la TF-51 un gruppo anfibio, la TF-52 gli assetti di mine warfare (particolarmente importanti nel Golfo, dove la US Navy subì vari danni nel 1988 e 1991), la TF-53 il supporto, la TF-54 la componente subacquea, la TF-55 gli assetti di pattugliamento costiero – a volte ingaggiati in questi anni dagli Iraniani -, la TF-56 le Expeditionary Combat Forces, la TF-57 infine gli aerei di sorveglianza marittima. I mezzi vengono assegnati a rotazione, e possono essere rafforzati in caso di necessità. Al momento non sono presenti portaerei. La USS THEODORE ROOSEVELT ha lasciato da poco l’area ed è arrivata a Singapore, mentre la USS TRUMAN dovrebbe salpare da Norfolk domani, ma non dovrebbe arrivare nel Mediterraneo prima di 7-10 giorni. La TRUMAN imbarca il Carrier Air Wing One equipaggiato con 4 gruppi su caccia multiruolo pesanti F/A-18 F SUPER HORNET, un gruppo di 4-5 E/A-18G GROWLER per la guerra elettronica, un gruppo AEW (Airborne Early Warning) su 4 E-2D ADVANCED HAWKEYE, e 2 gruppi elicotteri SH-60 e MH-60 per le operazioni anti-sommergibile, le missioni antinave e le missioni di ricerca e recupero SAR (12 elicotteri in totale). Al momento, l’unica unità di superficie maggiore in teatro operativo sembra il cacciatorpediniere classe ARLEIGH BURKE USS DONALD COOK che potrebbe essere raggiunto a breve dallo USS PORTER. Queste navi, ricordiamolo, dispongono di moduli Mk41 – per un totale di 90-96 celle – per il lancio dei missili da crociera land-attack TOMAHAWK. La nave d’assalto anfibio IWO JIMA era segnalata, invece, fino a ieri a largo delle coste di Gibuti. La nave, oltre a trasportare un’aliquota di Marines, imbarca una componente di volo comprendente, tra l’altro, caccia multiruolo leggeri AV-8B HARRIER II, elicotteri d’attacco AH-1 SUPER COBRA/VIPER e convertiplani MV-22B OSPREY. Non nota, invece, la presenza di sottomarini. Generalmente la Task Force 54 della Quinta Flotta comprende un sottomarino a propulsione nucleare tipo SSGN (classe OHIO convertito), capace di lanciare 154 missili da crociera TOMAHAWK (da 22 “pozzi” dotati di 7 tubi di lancio ciascuno), e 1-2 sottomarini nucleari d'attacco classe LOS ANGELES o VIRIGINIA, entrambi dotati di un modulo di lancio a celle verticali per 12 missili TOMAHAWK.