RIVISTA ITALIANA DIFESA
Un BARRACUDA per la Corea del Sud? 04/04/2018 | Giuliano Da Fre

Da tempo la Corea del Sud ha avviato una spettacolare espansione della propria flotta subacquea, al pari di quanto stanno facendo diverse altre Marine del Sud Est asiatico, Giappone e Australia in testa. Ai 9 CHANG BOGO derivati dai Type-209 negli anni ’90, si sono pertanto aggiunti a partire dal 2007 altrettanti SON WON-IL, questi invece appartenenti al modello 214 con propulsione AIP, la cui consegna sarà completata nel 2020. Nel frattempo, sin dal 2015 è iniziata la costruzione dei nuovi battelli di progettazione nazionale (sebbene derivati dalle classi precedenti) del programma KSS-III, con il primo dei 3 esemplari Batch-I da consegnarsi entro il 2020. Il programma prevede che i 9 battelli previsti, da realizzare in 3 lotti di prestazioni via via implementate, vadano a sostituire i CHANG BOGO entro il 2029. Tuttavia, da tempo, e non solo guardando alla incombente (sebbene negli ultimi mesi diminuita) minaccia nordcoreana, ma anche alle proprie ambizioni di Blue Water Navy, Seul – che sviluppa il proprio Sea Power tenendo d’occhio l’alleato-rivale nipponico – ha preso in considerazione la possibilità di potenziare ulteriormente la componente subacquea, puntando sul nucleare. A fine marzo ha quindi iniziato a circolare il rapporto commissionato a ottobre dalla Marina, mirato ad elaborare uno studio di fattibilità per un sottomarino nucleare da 5.000 t. Il rapporto prende esplicitamente in esame, come punto di riferimento, il BARRACUDA francese, in costruzione per la Marina Francese in 6 esemplari (classe SUFFREN, da 5.300 t), e che ha influenzato anche la versione convenzionale destinata all’Australia coi 12 SHORTFIN BARRACUDA. Una scelta legata anche al tipo di propulsione nucleare adottata dai BARRACUDA, con reattore a basso livello di arricchimento di uranio (il che non violerebbe gli accordi stipulati con gli USA e rivisti nel 2015), nonché alla possibilità di accesso a un progetto maturo. Il programma mantiene comunque un basso profilo, per evitare il ripetersi di quanto accaduto nel 2003, quando la pubblicità data al “Progetto 362”, pure relativo a battelli nucleari, portò alla sua cancellazione, e all’intervento dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Gli studi dell’epoca, che miravano a un sottomarino nazionale con reattore miniaturizzato, saranno comunque usati per “customizzare” il nuovo progetto, eventualmente basato sul BARRACUDA, sebbene non si chiuda la porta ad altre opzioni. Il programma, di cui si è discusso anche durante la visita del Presidente americano Donald Trump lo scorso novembre, potrebbe richiedere sino a 17 anni di tempo e sfociare nella realizzazione di 6/9 battelli destinati a sostituire dopo il 2035 i SON WON-IL. Molto dipenderà tuttavia dalle inclinazioni “pacifiste” dell’attuale amministrazione sudcoreana, e dalle emergenti prospettive di dialogo tra Seul e Pyongyang, che mirano alla denuclearizzazione della Penisola coreana. In tal caso, la quarta generazione di battelli sudcoreani sarà un’evoluzione del programma KSS-III, ulteriormente indigenizzato.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE