RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’Egitto e l’Operazione anti-ISIS SINAI 2018 16/02/2018 | Andrea Mottola

Tra il 9 e l’11 febbraio, l’Egitto ha avviato un’operazione su larga scala, denominata SINAI 2018, contro le postazioni della Wilayat Sinai – costola egiziana del Daesh - situati nel Sinai centro-settentrionale, ma anche nell’area del delta del Nilo e nel deserto occidentale, nei pressi del confine con la Libia. L’offensiva egiziana è stata lanciata come risposta all’incremento degli attacchi del “Califfato” verificatisi negli ultimi 3 mesi, il primo dei quali avvenuto a novembre, quando un attacco contro la Moschea Sufi di Al Rawdah, nel Sinai del nord, causò 311 vittime. Secondo i dati divulgati dal Ministero della Difesa egiziano, i bombardamenti dell’Aeronautica – che ha eseguito tra le 35 e le 40 sortite - e dell’artiglieria dell’Esercito hanno eliminato 66 obiettivi (la maggior parte dei quali situati ad est di Rafah e a sud di Sheikh Zuwayid), tra cui 3 depositi di esplosivi C4 e TNT, 2 tunnel sotterranei di 25 metri, una struttura per l’assemblaggio di IED, un centro di comunicazione, campi e laboratori per la lavorazione dell’oppio, centri logistici ed una sessantina di veicoli, 10 dei quali colpiti nei pressi del lato libico del confine e, pare, pronti ad entrare in Egitto con grossi quantitativi di armi ed esplosivi. Secondo il portavoce dell’Esercito, Col. Rifai, in 6 giorni di operazioni sarebbero stati uccisi 28 terroristi ed altri 392 arrestati durante le incursioni delle forze speciali dell’Esercito e della Polizia avvenute nella città di Al Arish e Rafah. Tra i vari mezzi impiegati nelle operazioni (carri armati M-60 e UAV di fabbricazione cinese CH-5 e WING LOONG, nonché turboelica Beechcraft 1900 impiegati in diverse sortite ISR nell’area di Rafah e nella Striscia di Gaza, da cui provengono molti dei miliziani di Wilayat Sinai, tra cui il suo Comandante Rasem Abu Jaraz), anche una delle 2 navi d’assalto anfibio classe MISTRAL della Marina Egiziana, che incrocia al largo di Al Arish e viene utilizzata principalmente per la “messa in sicurezza” della costa settentrionale della Penisola e come punto di partenza per le incursioni delle forze speciali. Non è la prima volta che il Governo egiziano avvia un’intensa offensiva volta, secondo le dichiarazioni ufficiali del Cairo, “ad eliminare definitivamente il problema della militanza islamica all’interno del territorio egiziano” (non limitata quindi al solo Sinai). In altre occasioni, nel recente passato, sono state annunciate operazioni simili che, tuttavia, non hanno mai dato i risultati sperati ma che, al contrario, hanno portato ad un incremento degli attentati da parte della Wilayat Sinai. Una delle differenze rispetto alle passate operazioni, oltre al citato utilizzo di alcuni assetti impiegati per la prima volta in combattimento (MISTRAL, WING LOONG, ecc.), potrebbe riguardare la tempistica. L’offensiva, infatti, giunge ad appena 6 settimane dalle elezioni - previste tra 26 e il 28 marzo con la sicura riconferma di Al Sissi alla presidenza, fondamentalmente per mancanza di avversari – che, tuttavia, secondo un video apparso lo scorso 13 febbraio, Wilayat Sinai minaccia di prendere di mira con un’ondata di attacchi contro i seggi elettorali.


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