Nella sua travolgente offensiva verso Baghdad, ISIL (ed i suoi alleati sunniti) non ha solo conquistato importanti città dell’Iraq, ma ha anche catturato un enorme quantitativo di armi. Nelle loro mani, abbandonati da quell’Esercito Iracheno prima spezzato e umiliato nel 2003, poi riaddestrato con costi ingenti, ma risultati evidentemente inadeguati, sono finiti enormi quantitativi di materiale bellico moderno, che va ad aggiungersi alle armi di varia provenienza già destinate agli insorti siriani attraverso diversi canali (soprattutto arabi e turchi, e anche fornite dalla CIA), e che stanno contribuendo più a demolire il governo iracheno, che il regime di Assad. Difficile ancora fare stime precise, anche se il valore degli equipaggiamenti catturati per lo più intatti dai jihadisti sfiorerebbe il miliardo e mezzo di dollari. Secondo alcuni analisti, nelle basi conquistate dall’ISIL i miliziani avrebbero catturato 72 carri armati (per lo più ABRAMS americani) e 700 HUMVEE, oltre a centinaia di blindati, autocarri, pezzi d’artiglieria. Stando alle più ottimistiche valutazioni carri e artiglieria pesante non sarebbero particolarmente utili ai miliziani, più a loro agio con gli agili fuoristrada armati di mitragliatrici e lanciarazzi anticarro; ma oltre al fatto che dai mezzi catturati possono essere smontati sistemi d’arma ed equipaggiamenti riutilizzabili sulle “tecniche”, e che sono anche stati catturati ingenti depositi di armi leggere e munizionamento (e si pensi ai danni provocati dal saccheggio delle scorte militari libiche nel 2011, che ormai alimentano buona parte delle guerriglie islamiche in Africa), non vanno dimenticate 2 questioni cruciali. Primo: ai jihadisti si sono uniti molti ex soldati e ufficiali sunniti del vecchio Esercito di Saddam Hussein, lo stesso che nel 1990 (dopo 8 anni di durissima guerra con l’Iran) veniva classificato come il quarto o quinto del mondo, e tra i quali non mancano tecnici esperti e quadri veterani, che potrebbero fare buon uso di armi sofisticate. Tanto che alcune testimonianze affermano di aver visto, già a metà giugno, carri T-55 e ABRAMS coi colori dell’ISIL attraversare il confine siro-iracheno.
Secondo, pochi sembrano ricordare quanto accaduto nel 1991, quando per sfuggire alla superiorità aerea della coalizione occidentale buona parte dei jet più sofisticati di Saddam fuggì in Iran: l’idea che di fronte all’avanzata jihadista (e all’eventuale sfruttamento della situazione da parte dei curdi) piloti e militari sciiti iracheni disertino oltre il confine iraniano portando con sé i sofisticati aerei e mezzi corazzati ottenuti da Washington, assomiglia molto ad un incubo, anche se ovviamente la mancanza di parti di ricambio limiterebbe in prospettiva i danni di un simile scenario.
Dopo il 2004 le Forze Armate irachene hanno prima affiancato a quanto era riutilizzabile del vecchio arsenale ammonticchiato da Saddam (con forniture sovietiche e occidentali) il materiale tratto dai surplus dell’ex Patto di Varsavia, e quindi sistemi d’arma di ultima generazione. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno venduto o ceduto a Bagdad 146 carri ABRAMS, di seconda mano ma ricostruiti allo standard M-1A1AIM (e con un’opzione per altri 140), circa 10.000 tra APC ruotati M-1117 e COUGAR, HUMVEE di varie versioni, e un migliaio di M-113 (forniti anche da altre fonti) ammodernati, oltre a sistemi SAM I-HAWK, semoventi M-109 e obici M-198 da155 mm; e poi fucili d’assalto, visori notturni, radio tattiche, equipaggiamenti individuali, missili anticarro HELLFIRE e STINGER antiaerei per i sistemi mobili AVENGER. Da sottolineare come negli arsenali di Teheran siano ancora conservati sistemi d’arma simili (I-HAWK, M-113 e M-109, per esempio) risalenti agli acquisti fatti dallo scià negli anni ’70.
Né va dimenticata l’opera di rifondazione delle forze aeree irachene, che vedono l’acquisizione di 36 modernissimi caccia multiruolo F-16C/D Block 52, e decine di aerei da addestramento e appoggio tattico TEXAN II e T-50 GOLDEN EAGLE, aerei da trasporto SUPER HERCULES e da sorveglianza armati con missili HELLFIRE, UAV, nonché il rinnovo della flotta ad ala rotante con Mi-35 da attacco, Bell 407 SAR, Mi-171 da trasporto, ed Eurocopter EC.635 multiruolo, mentre a gennaio 2014 è stata annunciata la vendita di 24 sofisticati APACHE AH-64D.
Per ora le perdite in mezzi aeronautici (peraltro più volte intervenuti, con risultati pare non eclatanti, contro le colonne jiahdiste) sono limitate a un paio di elicotteri – compreso un KIOWA - catturati durante l’avanzata dell’ISIL; ma è evidente che i rischi vanno oltre la minaccia diretta rappresentata dai miliziani islamici sunniti, e che aver voluto a tutti i costi fare affari nel grande bazar militare iracheno potrebbe costare caro anche ai venditori.