RIVISTA ITALIANA DIFESA
Altri velivoli dell'USAF rischierati a Kandahar 30/01/2018 | Andrea Mottola

Il Comando Centrale dell’Aeronautica americana di stanza ad Al-Udeid ha reso noto il programma di ridislocamento di mezzi aerei e personale presso la base di Kandahar in supporto all’operazione statunitense FREEDOM’S SENTINEL ed alla RESOLUTE SUPPORT a guida NATO. Tale rischieramento va ad integrare la nuova strategia, voluta dall’Amministrazione Trump, volta al contrasto dei gruppi estremisti presenti in Afghanistan (alleanza talebana e ISIS-Khorasan) tramite un rilassamento delle Regole d’Ingaggio e l’incremento nel numero di soldati sul campo e, soprattutto, del dispositivo aereo presente in teatro. In particolare, il supporto alle operazioni delle Forze di Sicurezza afghane, il previsto arrivo della Security Force Assistance Brigade dello US Army e, in generale, il maggiore accento dato ad un utilizzo più diffuso dell’”airpower” stabilito dalla nuova strategia, richiedono un incremento capacitivo dell’USAF in diversi ambiti: dal supporto aereo ravvicinato/COIN, agli attacchi di precisione contro strutture destinate alla produzione di stupefacenti (eroina e oppio), passando dal personal recovery/SAR, fino alla ISR. In tal senso, oltre ai movimenti già citati lo scorso ottobre (http://www.portaledifesa.it/index~phppag,3_id,2005_chiave,afghanistan_npp,1_npag,2.html), dal 19 gennaio a Kandahar sono presenti 12 A-10C WARTHOG appartenenti al 303° Fighter Squadron dell’Air Force Reserve di stanza a Whiteman, aerei che inizialmente avrebbero dovuto sostituire gli A-10 rischierati ad Incirlik ed impegnati nell’operazione INHERENT RESOLVE. Oltre ai WARTHOG – che ritornano nel teatro afghano dopo 3 anni - su Kandahar sono stati rischierati un numero imprecisato di UAV MQ-9 REAPER e di elicotteri HH-60G PAVE HAWK, tutti mezzi temporaneamente inquadrati nel 455° Air Expeditionary Wing di Bagram che include caccia F-16, aerocisterne KC-135 e aerei da trasporto C-130J ed EC-130H che operano da Kandahar e dalla stessa Bagram. Precedentemente all’arrivo dei citati velivoli, nelle prime settimane di gennaio, 2 unità del genio/logistiche – la 1° Expeditionary Civil Engineering Group’s Prime Base Engineer Emergency Force e la Rapid Engineer Deployable Heavy Operational Repair Squadron Engineer – si sono occupati della costruzione di nuove infrastrutture (oltre una dozzina) destinate all’accoglienza di mezzi aerei e del personale, nonché dello spostamento di circa 3.500 tonnellate di materiale ed equipaggiamenti.


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