RIVISTA ITALIANA DIFESA
Con i TORNADO del 6º Stormo a Decimomannu 26/01/2018 | David Cenciotti

"Generalmente ci rischieriamo a Decimomannu 3 volte all’anno, per campagne che durano un paio di settimane durante le quali riusciamo anche a realizzare una certa rotazione degli equipaggi e, se necessario, dei velivoli. In particolare, l’attività di poligono è necessaria a conseguire o a mantenere le qualifiche di prontezza al combattimento, per le quali sono richiesti un certo numero di sganci reali entro una certa distanza dal bersaglio". E’ con queste parole, pronunciate nell’ufficio che ospita la sala briefing del 6º Stormo, all’interno di uno dei locali dell’RSSTA (Reparto Sperimentale e di Standardizzazione Tiro Aereo), che inizia la nostra chiacchierata con il T.Col. Fabio S. Comandante del 154º Gruppo rischierato a Decimomannu per una delle periodiche campagne di tiri a fuoco reale. Fabio (abbiamo preferito non indicare il cognome del nostro interlocutore) aggiunge anche che "durante questa campagna abbiamo in programma attività aria-aria, improntate sull'impiego del missile e sull'utilizzo del cannone, quest'ultimo pure in modalità aria-suolo, sebbene sul TORNADO questi armamenti abbiano uno scopo solamente di autodifesa". Siamo infatti venuti in Sardegna per vedere da vicino come gli equipaggi delle linee TORNADO IDS ed ECR si addestrano per conseguire le qualifiche o mantenere le "currencies" propedeutiche all’impiego dell’armamento. In altre parole, volevamo vedere come A-200C ed EA-200B (questa la designazione rispettivamente del TORNADO IDS ed ECR in accordo alle "Mission Design Series" nostrane) si addestrano a fare sul serio. Quella svolta in Sardegna con il supporto logistico e operativo dell’RSSTA è un’attività che si inquadra nel contesto dei programmi addestrativi svolti dal Gruppo in ambito nazionale ed internazionale durante tutto l’arco dell’anno. Se a Ghedi si volano principalmente missioni BQ (Bassa Quota) e MQ (Media Quota) con 2 o 4 velivoli, missioni “recce” (ricognizione), aerocooperazioni e un paio di COMAO (Combined Air Operations) al mese, le campagne di tiri rientrano nel novero delle attività svolte “fuori sede”, ovvero rischierando i velivoli su altre basi. Tra queste, il poligono di Bardenas, in Spagna, che essendo molto esteso, rende disponibile una grossa varietà di target (inclusi edifici vari, pista, ecc.); il TLP (Tactical Leadership Programme) di Albacete, sempre in Spagna; oltre alle varie esercitazioni interforze e multinazionali, in Italia e all’estero. “Al TLP partecipiamo solitamente con un paio di velivoli ed altrettanti equipaggi, cercando di dare la precedenza a piloti e navigatori che non hanno mai avuto l’opportunità di prendere parte ai corsi di Albacete, che rappresentano per noi un vero e proprio punto di arrivo, per complessità dello scenario e varietà degli assetti nazionali ed internazionali coinvolti. Ma non solo. Siamo già stati e prevediamo di tornare in futuro al Polygone, al confine tra Germania e Francia, per effettuare addestramento contro alcuni specifici tipi di minaccia all’interno del poligono di Guerra Elettronica: un qualcosa di non molto diverso dal tipo di missione che voliamo di notte all’interno del PISQ (Poligono Interforze Salto di Quirra). Inoltre, abbiamo iniziato a svolgere con una certa frequenza anche attività CAS (Close Air Support) nell’area balcanica”, ci spiega Fabio.

Tutto l'articolo è disponibile su RID 1/18.


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