RIVISTA ITALIANA DIFESA
Prima esercitazione combat per il J-20 23/01/2018 | Andrea Schiaffino

Dopo essere entrato ufficialmente in servizio nel settembre dell’anno passato, lo scorso 12 gennaio il caccia stealth di Quinta Generazione Chengdu J-20 ha finalmente preso parte alla sua prima esercitazione di combattimento. Secondo quanto riportato da un comunicato dell’Aeronautica Militare Cinese, il J-20 si sarebbe confrontato con altri 2 modelli di caccia multiruolo, lo Shenyang J-16 (variante evoluta e più prestante, solo biposto, del J-11B, quest’ultimo evoluzione indigena del Su-27) e il Chengdu J-10C (basato sullo IAI LAVI israeliano), al fine di testare le capacità dell’aeromobile in una serie di manovre di tipo aria-aria con ingaggio Beyond-Visual-Range (BVR). La notizia è di particolare rilevanza, se si considera che solo qualche mese fa le autorità cinesi hanno reso per la prima volta pubblici, durante un’esibizione presso la base militare di Zhurihe (Mongolia Interna), alcuni dettagli circa l’interno del cockpit di 3 esemplari J-20. Il J-20, il cui prototipo ha compiuto il suo primo volo l’11 gennaio 2011, dovrà essere in grado di reggere il confronto con i velivoli stealth attualmente in dotazione all’Aeronautica Americana (ovvero l’F22 RAPTOR e l’F-35 LIGHTNING II), regolarmente presenti nel delicato teatro operativo dell’Asia pacifica. Sarà pertanto fondamentale, nei prossimi anni, addestrare quanti più piloti possibile all’utilizzo di questo aeroplani, in modo tale da avere una forza credibile e competitiva. Infatti, nell’ipotesi di uno scontro aereo, al J-20 spetterebbe il difficile compito di “pulire” i cieli da eventuali difese nemiche, in modo tale da lasciare spazio ad altri caccia non dotati di tecnologia a bassa rilevabilità radar. Sviluppato dalla Chengdu Aircraft Industry Group (CAIG), il J-20 si è negli anni evoluto al fine di eseguire anche missioni d’attacco a terra. Le dimensioni, confrontate con quelle di altri caccia di Quinta Generazione, sono notevoli: l’apertura alare di 15 metri lo rende più largo dei colleghi russi (Sukhoii T-50) e americani (Lockheedd Martin F-22 RAPTOR), mentre il peso (17,600 kg a vuoto) lo avvicina alle caratteristiche standard di questi velivoli. Mentre il prototipo è stato equipaggiato da 2 motori Saturn 117S di fabbricazione russa, il J-20, ora in produzione, sarà propulso da altrettanti WS-10G, disegnati e costruiti dalla cinese Shenyang Liming Aircraft Engine Company, che consentiranno all’aereo di sviluppare una velocità superiore agli attuali 1,7 Mach. La notevole autonomia, di circa 3.400 km, consentirà inoltre al J-20 di condurre missioni su distanze importanti, requisito fondamentale per operare nel teatro Asia-Pacifico. Una sfida, dunque, posta direttamente alla supremazia aerea degli Stati Uniti, fino a oggi gli unici in grado di impiegare e dispiegare dei caccia di Quinta Generazione pienamente operativi. Anche se il traguardo raggiunto dalla Cina è significativo, il J-20 avrà bisogno di ancora qualche tempo, sia per avviare la produzione di massa, che per essere utilizzato in operazioni di combattimento. Per farsi un’idea, basti guardare al lungo e travagliato percorso intrapreso dalla stessa US Air Force nello sviluppare appieno le potenzialità di velivoli di quinta generazione (un esempio per tutti: l’F-35). Del resto, molti dettagli restano tuttora ignoti, e l’effettiva competitività con i caccia americani è ancora tutta da dimostrare. Oltre agli 8 prototipi finora sviluppati, sarebbero almeno 6 i J-20 di preserie attualmente in servizio, mentre ci si aspetta che entro la fine del 2020, con la produzione di massa, l’Aeronautica cinese possa raggiungere i 100 esemplari, con una media di almeno 3 velivoli costruiti ogni mese.


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