RIVISTA ITALIANA DIFESA
Test del pod AGILE sullo SCORPION 09/01/2018 | Andrea Mottola

Durante il mese di dicembre l'USAF ha condotto alcuni test di compatibilità fra il Textron AirLand SCORPION ed il nuovo pod modulare ISR AGILE. Tali test, effettuati dal Air Force Research Laboratory (AFRL) nella base di Wrigh-Patterson, fanno seguito a quelli effettuati tra giugno e luglio scorsi su un vecchio DC-3. Il pod AGILE rientra nel più ampio programma BLUE GUARDIAN riguardante lo studio di suite di sensori modulari basati su software altamente flessibili. L’AGILE è basato su un sistema “plug and play” che gli consente di essere impiegato in diversi tipi di missioni, contrariamente agli attuali pod destinati fondamentalmente a specifici compiti riguardanti targeting ed a missioni di supporto aereo ravvicinato. La caratteristica peculiare di tale pod sta nella sua modularità e versatilità che si estrinsecano nella capacità di poter ospitare diversi tipi di sensori utilizzabili durante la stessa missione, incrementando sensibilmente la flessibilità e la “situational awareness” rispetto alle configurazioni di pod esistenti. Nella sua configurazione finale, l’AGILE dovrebbe essere equipaggiato con diversi tipi di sensori elettro-ottici/infra-rossi (foto/videocamere montate su 2 torrette, stando alle immagini degli ultimi test sullo SCORPION), in grado di raccogliere immagini con ogni tipo di luce (diurna o notturna), e di sensori per la detezione di segnali elettromagnetici (ELINT) e l’intercettazione di comunicazioni (COMINT). In pratica stiamo parlando di una suite SIGINT vera e propria. Il sistema è costituito da 3 a 5 unità individuali lunghe tra i 70 e gli 84 cm, ognuna delle quali ospita diversi payload di sensori e non solo. La differenza nel numero delle unità individuali è legata alla preferenza dell’Air Force per l’acquisizione di 3 sottotipi di pod (mini con 3 blocchi, medio con 4 e maxi con 5 unità), in base ai differenti tipi di sensori montati ed aerei utilizzati. La modularità dell’AGILE, non solo renderebbe più agevole il lavoro degli equipaggi a terra nel passare da un sensore all’altro senza dover cambiare velivolo, ma essendo il pod unico e montato su un solo pilone subalare, lascerebbe spazio per ulteriori ordigni/equipaggiamenti, elemento non trascurabile soprattutto nel caso di velivoli - quali gli UAV MQ-9 REAPER, prossimi velivoli ad essere testati con l’AGILE – che non dispongono di un numero elevato di “hardpoint”. L’architettura flessibile del sistema dovrebbe consentire un’estrema facilità nel futuro inserimento di altri tipi di equipaggiamenti e di “capacità”, quali nodi di comunicazione per la condivisione dati o suite per la cyber warfare. Inoltre, è possibile che in futuro il pod AGILE possa essere equipaggiato con le cosiddette Small Tactical Munition, micro munizioni con pesi che variano tra i 2 ed i 6 kg, di lunghezza non superiore a 60 cm e dotate di guida laser o GPS - HATCHET, PYROS o SHADOW HAWK, per citarne alcune – che ridurrebbero la necessità di trasportare ordigni su guide dedicate. Secondo l’AFRL i test dell’AGILE sono stati effettuati sullo SCORPION per dimostrare la facilità d’integrazione “plug and play” del pod su qualsiasi velivolo – manned o unmanned – basato su un’architettura aperta ed equipaggiato esclusivamente con un set standard di interfacce elettroniche e meccaniche. La possibilità di effettuare tale collaudo su un dimostratore e con tempi di integrazione strettissimi (una settimana circa), sono stati altri 2 elementi che hanno determinato la scelta dello SCORPION come test bed. Certo, viene da pensare che tale test potrebbe rappresentare un indizio riguardo ad una certa “preferenza” da parte dell’Aeronautica americana verso la piattaforma Textron che, insieme ai turboelica A-29 SUPER TUCANO, AT-6B WOLVERINE e AT-802L LONGSWORD, partecipa alla gara OA-X per l’acquisizione di un nuovo velivolo da attacco leggero/ricognizione armata per l’USAF. È anche vero, però, che i citati pregi dell’AGILE (flessibilità e modularità) lo rendono adatto anche agli altri concorrenti della gara OA-X che, grazie al pod, potrebbero ritagliarsi un ruolo importante nell’ambito di missioni di pattugliamento dei confini, sorveglianza marittima e missioni ISR - purché all’interno di scenari a bassa intensità – con un ottimo rapporto costo-efficacia. Quindi, a meno di accordi (non confermati) per la condivisione dei costi di sviluppo dell’AGILE e del programma BLUE GUARDIAN da parte di Textron che, ovviamente, ha sfruttato i collaudi del nuovo pod per dimostrare il potenziale e la versatilità del proprio velivolo, i test non danno garanzie sul vincitore della gara OA-X che vede ancora favorito il SUPER TUCANO con cui l’USAF ha già una certa dimestichezza.


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