RIVISTA ITALIANA DIFESA
Portaerei per il Giappone? 02/01/2018 | Giuliano Da Frè

Il crescere delle tensioni in Estremo Oriente, tra crisi coreana, sfida India-Cina, contenziosi sulle isole del Mar Cinese, il nodo di Taiwan, e il duello Washington-Pechino in cui anche Mosca cerca di giocare una sua partita, stanno accelerando i programmi di riarmo, soprattutto relativamente ai sistemi aerei e navali. E negli ultimi giorni sono tornate a farsi insistenti le voci – per ora ufficiose – che indicano la volontà del Giappone di dotarsi di portaerei, partendo dalla modifica di 2 unità portaelicotteri tuttoponte già in servizio, i DDH IZUMO e KAGA. La Costituzione pacifista del 1947, solo in parte modificata (ma più spesso aggirata grazie alla semantica – sulla falsariga di quanto si è fatto anche in altri Paesi occidentali, Italia in primis), continua a vietare l’acquisizione di sistemi d’arma esplicitamente offensivi: e tali vengono considerate le portaerei, che furono il simbolo dell’espansionismo militarista giapponese sin dal primo raid aeronavale su Shanghai del 1932. Tuttavia, non va dimenticato che l’attuale gara al riarmo navale, che nell’ultimo decennio sta interessando grandi, medie, e anche piccole potenze asiatiche, e che vede nel proliferare di sottomarini e navi tuttoponte il simbolo di nuove (e vecchie) ambizioni marittime e geopolitiche, subì una svolta nel 2004, proprio quando iniziarono a circolare i progetti del “cacciatorpediniere portaelicotteri” giapponese 16DDH, relativi appunto a una grande nave tuttoponte, che diede vita alla classe HYUGA, 2 unità da 19.000 t realizzate nel 2006-2011. L’India, dopo anni di trattative e di stop-and-go, acquistò una portaerei ex sovietica da trasformare, e firmò con Fincantieri e altre aziende contratti per supportare sviluppo e costruzione della sua prima portaerei indigena. La Cina avviò la trasformazione di un’altra portaerei russa acquistata incompleta, consegnata nel 2012 e impiegata come base di partenza per un programma che prevede la costruzione di ulteriori 3 portaerei. A seguire, Corea del Sud e Australia hanno avviato programmi per LHD impiegabili eventualmente anche come portaerei per velivoli da decollo corto e atterraggio verticale. Paradossalmente, in questa gara proprio il Giappone è rimasto indietro, e i 2 DDH classe HYUGA tali sono rimasti, a dispetto di preoccupazioni e sospetti, poiché si limitano a imbarcare sino a un massimo di 11 elicotteri, tra SH-60 medi e MCH-101 pesanti, oltre ad aver effettuato test con i convertiplani MV-22 OSPREY, che Tokyo ha ordinato in 17 esemplari. Ma agli HYUGA, tra 2015 e 2017, si sono affiancati IZUMO e KAGA, che ne rappresentano un forte sviluppo. Lunghe 248 metri, larghe 38, con un dislocamento a pieno carico di 27.000 t, queste navi presentano caratteristiche analoghe alla portaerei leggera italiana CAVOUR; senza contare che, contrariamente agli altri DDH giapponesi, l’armamento imbarcato è strettamente difensivo e, al pari della CAVOUR, sono presenti pure capacità anfibie con spazi per accogliere fino a 400 soldati e 50 veicoli leggeri. Il ponte di volo presenta una superficie di 9.000 m², ed è collegato ad un ampio hangar da 2 elevatori con portata di 30 t. Caratteristiche più che generose per gli 11 elicotteri imbarcati normalmente o per gli OSPREY: già ora le 2 unità potrebbero infatti operare con aerei STOVL tipo F-35B, sebbene l’assenza di ski-jump ne limiterebbe le capacità di decollo a pieno carico. Nei giorni scorsi, proprio le voci su F-35B e ski-jump sono tornate a rincorrersi. L’ipotesi è che Tokyo, che dal 2016 ha già iniziato a ricevere i primi F-35A destinati all’Aeronautica (42 esemplari ordinati finora), possa piazzare un nuovo ordine pure per la versione B, che per essere resa operativa sugli IZUMO non richiederebbe modifiche troppo radicali: rafforzamento della superficie del ponte di volo, per adattarla ai getti dei motori a reazione; adeguamento di sensori, hangar e spazi logistici; modifiche al software di bordo e, soprattutto, l’installazione di uno ski-jump. Non va dimenticato che anche nave CAVOUR, nata esplicitamente come portaerei STOVL, ma prima che il progetto dell’F-35B si concretizzasse nella sua completezza (con pesi e caratteristiche diversi da quelli inizialmente ipotizzati), è interessata da aòcune di queste modifiche in vista dell’entrata in servizio dei 15 LIGHTNING-II destinati alla Marina Militare. Il Ministro della Difesa nipponico Itsunori Onodera, pur affermando di non aver avviato programmi in tal senso, ha aggiunto che vengono comunque esaminate diverse opzioni alla luce delle tensioni in atto.


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