I successi fulminanti di ISIL in Iraq sono dovuti anche, se non soprattutto, alla rivolta di diverse realtà tribali sunnite nei confronti del Governo guidato dallo sciita Maliki e delle sue politiche considerate settarie. Questa rivolta, ampiamente strumentalizzata da ISIL, ha portato lo scorso gennaio alla conquista di Falluja e Ramadi e di gran parte della provincia di Anbar da parte delle milizie tribali sunnite e di ISIL (vedi 3/2014). Tra le nuove milizie sunnite che combattono, in nome di una convergenza tattica, assieme ad ISIL c’è anche Jaysh Rijal al-Tariqah al-Naqshabandia (l'Esercito degli Uomini dell'Ordine di Naqshbandi, JRTN), formazione di matrice baathista composta in gran parte da appartenenti all’ex regime di Saddam, dietro cui sembra ci sia Izzat Ibrahim al-Douri, ex vice di Saddam Hussein rifugiatosi all'estero ormai da anni. Il gruppo ha un’organizzazione molto radicata nelle aree sunnite del Paese, da Mosul a Tikrit e in tutto l’Anbar, ed un’ottima organizzazione militare considerando che tra i suoi membri ce ne sono tanti che in passato servivano con le Forze Armate di Saddam Hussein. Anche JRTN, come rivendicato dallo stesso gruppo, ha preso parte all’attacco su Mosul, preparato da mesi. Adesso la situazione per il Governo Maliki si fa critica. A nord del Paese si sta riorganizzando la difesa a partire dal complesso militare di Taji, ma ISIL e le forze di JRTN sono a poche decine di km, mentre si stanno pericolosamente affacciando anche nella prima cintura ad ovest della capitale. In queste condizioni, il Governo Maliki non ha alternativi a coalizzarsi con le forze curde per arginare l’offensiva di qaedisti e baathisti.