Secondo alcune fonti vicine alla Difesa russa e a quella emiratina, gli Emirati Arabi Uniti vorrebbero acquistare dalla Russia un numero imprecisato di caccia multiruolo Su-35 FLANKER-E, con un accordo che potrebbe essere firmato entro la fine dell’anno. In realtà, un accordo preliminare per l’eventuale acquisto di Su-35 era già stato firmato lo scorso febbraio durante l’ultima IDEX, insieme ad un ulteriore accordo di cooperazione, siglato con il conglomerato industriale Rostec – l’azienda di stato russa responsabile dello sviluppo di tecnologie industriali avanzate - per lo sviluppo congiunto di un caccia di 5ª generazione basato sul MiG-29 – il vecchio programma LMFS del MiG Bureau per un caccia multiruolo leggero - da immettere in servizio entro il 2025, e che rappresenti il sostituto del FULCRUM alla stregua di quanto il Su-57/T-50 PAKFA rappresenterà per il Su-27 FLANKER. A tal proposito, va ricordato che, ad oggi, gli EAU non hanno ancora ottenuto l’autorizzazione ad accedere al programma F-35, a causa della forte propensione americana nel cedere alle pressioni esercitate da Israele, piuttosto riluttante all’idea di vedere un velivolo di tali capacità con coccarde appartenenti a paesi arabi, quantomeno non nel breve termine (basta ricordare quanto avvenuto con gli F-15 sauditi). Tornando al Su-35, come detto, numeri e specifiche esatte dei velivoli non sono ancora stati divulgati, ma l’ufficializzazione potrebbe avvenire durante i negoziati che, probabilmente, entreranno nella fase decisiva a metà del prossimo novembre, durante il Dubai Air Show. Tuttavia, è verosimile ritenere plausibile un numero non inferiore a 24 aerei (un paio di squadroni).
L’eventuale commessa emiratina rappresenterebbe un ulteriore successo per l’industria militare russa che sfrutta, in larga parte, il netto miglioramento “d’immagine” che i sistemi d’arma russi hanno ottenuto – non solo in Medio Oriente – in seguito alle dimostrazioni delle proprie capacità “combat” durante il loro utilizzo nel conflitto siriano. Sistemi che, ormai, non vengono più considerati di ripiego, rispetto alle controparti occidentali, ma al loro stesso livello. Inoltre, se confermata, la scelta emiratina rappresenterebbe un sensibile cambiamento nel trend regionale riguardo all’acquisto di velivoli militari. Gli EAU, infatti, potrebbero essere i primi ad investire una grossa cifra su apparecchi russi (sia acquisendo aerei già disponibili, che partecipando allo sviluppo di un programma futuro), laddove i restanti paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo - Arabia Saudita, Kuwait, Oman, Qatar e Bahrein - hanno investito su piattaforme europee o statunitensi.
I Su-35 si andrebbero ad aggiungere ad una componente da combattimento che annovera 65 F-16E/F Block 60 DESERT FALCON e 65 Mirage 2000-9DAD/EAD/RAD. Per la sostituzione di questi ultimi, alcuni dei quali acquisiti negli anni ’80 e refittati tra 1998 e 2001, gli EAU sono in trattative da circa 8 anni per l’acquisizione di 60 RAFALE francesi. Tuttavia, rispetto alle ultime notizie risalenti all’autunno del 2015, che parlavano di un accordo sulla base di 8 miliardi di euro, ad oggi non esistono conferme sul suo buon esito. Ecco, quindi, che l’eventuale acquisto dei Su-35 potrebbe, di fatto, scrivere la parola fine a tali trattative.