L’azione russa di occupazione della Crimea a fine febbraio e la crisi ucraina hanno aumentato le tensioni e destato preoccupazione all’interno dei Paesi NATO che sono stati da sempre sotto la sfera d’influenza dell’ingombrante vicino russo. Stati che si caratterizzano per una forte presenza russofona e di etnia russa all’interno: in particolare la Lettonia con circa il 27% dell’intera popolazione e l’ Estonia con il 24%. Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia hanno iniziato a rivedere al rialzo il proprio budget militare, chiedendo inoltre un maggiore impegno in difesa della propria integrità territoriale da parte statunitense e NATO. Scenari poco rassicuranti emergerebbero, infatti, da fonti dell’Alleanza qualora si prospettasse l’eventualità di un intervento militare russo nell’area del Baltico. Il problema, come ha affermato agli inizi di maggio anche il Presidente della Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok, deriverebbe dal fatto di non aver considerato la Russia una minaccia da molti anni. Un atteggiamento che avrebbe portato ad una mancanza di rischiaramenti permanenti di truppe NATO ad est dell’Elba. Una grave omissione di presenza militare, fatta eccezione per la missione NATO di Quick Reaction Alert (QRA) Baltic Air-policing, volta a preservare l’integrità dello spazio aereo dei 3 Stati baltici ed immediatamente rafforzata a partire dal 5 marzo quando l’USAF inviò 6 F-15s ed un KC-135 provenienti dalla Lakenheath Air Base in Gran Bretagna sulla base aerea lituana di Siauliai. Successivamente a partire dal 10 marzo anche gli E-3 Sentry AWACS della NATO hanno iniziato a monitorare i confini russi dell’enclave di Kaliningard. Il dispositivo è stato ulteriormente rafforzato con l’arrivo tra aprile e inizio maggio di 4 TYPHOON inglesi in Lituania e 4 RAFALE francesi sulla base aerea di Malbork in Polonia ed è previsto che a partire da settembre la Luftwaffe invii altri 6 TYPHOON come rinforzo al turno di QRA dell’Aeronautica Portoghese nell’area. Il 22 aprile 4 cacciamine ed una nave rifornitrice appartenenti al Standing Nato Mine Countermeasures Group 1 sono partiti da Kiel alla volta del Baltico: recentemente, il 5 giugno le unità navali erano in visita a Karlskrona in Svezia, tappa propedeutica all’esercitazione navale BALTOPS 2014: iniziata il 6 e che durerà fino al 21 giugno. BALTOPS segue ad un’altra esercitazione NATO nell’area, la STEADFAST JAVELIN 1, la quale si è svolta in Estonia dal 16 al 23 maggio ed ha coinvolto assetti aerei, terrestri di fanteria e ricognizione, di difesa aerea e cyber security per un totale di circa 6.000 unità provenienti da Belgio, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti. Scopo dell’esercitazione respingere un ipotetico tentativo di attacco/invasione dell’Estonia. Parallelamente a BALTOPS in questi giorni si sta svolgendo, dal 9 al 20 giugno, un’altra importantissima esercitazione di tipo full-scale war: la SABER STRIKE 2014. Circa 4.700 unità provenienti da Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia, Norvegia, Gran Bretagna e Stati Uniti saranno impegnate nelle operazioni. Quella di quest’anno sarà l’edizione più imponente in termini di mezzi impiegati: si parla infatti sul versante terrestre di circa 800 mezzi, quali MBT LEOPARD 2A5DK, IFV M-2 BRADLEY, 8x8 STRYKER, M113 ecc.. Parteciperà anche la fregata Type23 HMS MONTROSE della Royal Navy mentre sul versante aereo, oltre che la presenza di UAV RQ-7 SHADOW, di F-16 della Minnesota Air National Guard, con il relativo supporto fornito da KC-135 e C-130, è da rimarcare la presenza di velivoli dello U.S. Air Force Global Strike Command. Il 4 giugno, infatti, 2 B-52H STRATOFORTRESS del 2nd Bomb Wing provenienti dalla Barskdale AFB in Louisiana ed un B-52H del 5th Bomb Wing proveniente dalla Minot AFB in North Dakota, sono atterrati sulla RAF Fairford in Gran Bretagna. La presenza forse più significativa e rara la si è avuta però, sempre sulla Fairford, l’8 giugno, quando sono atterrati 2 B-2 SPIRIT del 509th Bomb Wing della Whiteman AFB nel Missouri. Quest’ultimo è probabilmente da intendersi come un ulteriore segno della volontà di Whashington e dello United States Strategic Command USSTRATCOM di rassicurare i propri alleati baltici circa l’impegno nella loro difesa.
In risposta all’esercitazione SABER STRIKE anche le Forze Armate russe hanno lanciato proprio in queste ore una serie di esercitazioni nell’enclave di Kaliningrad. Le forze impiegate sono di prim’ordine all’interno del Western Military District russo di San Pietroburgo ed includono sia truppe aviotrasportate sia anfibie con lo scopo di rispondere ad un’ipotetica invasione anfibia dell’enclave. Partecipano alle esercitazioni anche assetti aerei: Su-34 ed elicotteri d’assalto Mi-24, così come bombardieri Tu-22M3 Backfire dotati di missili antinave RADUGA Kh-22 (Codice NATO AS-4 ‘Kitchen’). Nello scenario dell’esercitazione, i Tu-22 contribuiranno, insieme alle unità della flotta del baltico, alla messa in sicura delle SLOC marittime e all’ingaggio e distruzione di ipotetiche unità nemiche nella zona. Le forze navali russe sono costituite da 2 cacciatorpediniere classe SOVREMENNYY, 2 fregate classe NEUSTRASHIMY, 3 corvette classe STEREGUSHCHY e 3 sottomarini diesel classe KILO e LADA.
A dispetto delle latitudini sembra quindi profilarsi un inizio d’estate abbastanza torrido per il baltico: aprendo una stagione, ed è da vedere quanto durerà, caratterizzata da una rinnovata attenzione e da un ritrovato ruolo da parte della NATO. L’organizzazione, complice l’impegno fuori area del teatro afghano, ha forse sottovalutato in questi ultimi anni i segnali di un risveglio russo che si è manifestato soprattutto attraverso la sorpresa strategica ottenuta con l’annessione della Crimea.