RIVISTA ITALIANA DIFESA
Kim risponde alle sanzioni puntando Guam 15/09/2017 | Pietro Batacchi

La risposta di Pyongyan alle nuovi sanzioni approvate all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza non si è fatta attendere. Stamattina, infatti, la Corea del Nord ha lanciato, da una base vicino la stessa capitale, un nuovo missile balistico che ha sorvolato l'Isola giapponese di Hokkaido, dove sono risuonati gli allarmi, ricadendo nel Pacifico settentrionale dopo aver percorso una traiettoria di 3.700 e raggiungendo un apogeo di 770 km. Dovrebbe trattarsi sempre di un un missile a raggio intermedio HAWSONG-12, dello stesso tipo di quello testato il 29 agosto. In quell'occasione, l'ordigno aveva effettuato una traiettoria di 2.700 km, raggiungendo un apogeo di 550 km, prima di ricadere in mare. E' probabile, dunque, che i tecnici nordcoreani abbiano voluto provare una diversa traiettoria, per sottoporre il missile ed il veicolo di rientro che trasporta la testata a nuove sollecitazioni e dinamiche, aprendone ulteriormente l'inviluppo. Un modo per ampliare i parametri a propria disposizione migliorando continuamente le proprie soluzioni e le prestazioni. Questa tipologia di simile può raggiungere tranquillamente l'isola di Guam, che dista 3.2000 km dalle coste coreane, dove gli Americani hanno un importante base per sottomarini ed un altrettanto importante base per bombardieri strategici. L’ HWASONG-12 è un missile balistico monostadio accreditato di una gittata di 4500, basato su piattaforme mobili ed alimentato da propellente liquido. Il “fratello” più grande HWASONG-14, invece, testato il 4 luglio, è bistadio, mantiene l’alimentazione a propellente liquido, ed è accreditato di una portata di 7.000-10.000 km (la portata dipende anche dal peso della testata) con la quale potrebbe raggiungere il territorio americano. Questo nuovo test come si diceva giunge in risposta alla sanzioni adottate all'unanimità del Consiglio di Sicurezza che prevedono il parziale blocco alle importazioni di petrolio e derivati – una riduzione del 30% - provenienti per la gran parte dalla Cina ed in misura molto minore dalla Russia, il bando alle esportazioni tessili nordcoreane, che garantiscono al regime circa 800 milioni di dollari l'anno, ma forse anche qualcosa in più, ed il blocco all'invio di nuovi lavoratori all'estero. Gli originali intendimenti americani sono stati, pertanto, molto annacquati: non c'è il blocco totale delle importazioni di petrolio e non ci sono i controlli, anche non consensuali, su navi sospette – ma queste ultime de misure avrebbero assunto i contorni di una dichiarazione di guerra - e manca anche il congelamento degli asset degli esponenti della leadership, mentre anche le rimesse dei Nordcoreani che adesso lavorano all'estero non sono state toccate. Tuttavia, annacquate o no, Kim ha reagito subito alle sanzioni con il consueto messaggio griffato HAWSONG.


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