RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Battaglione Vostok 05/06/2014 | Luca Bardi

Le recenti debacle dei miliziani filorussi – evidenziati nelle ultime battaglie di Donetsk e Slaviansk - e il crescente clima di incertezza e indecisione che domina le loro strutture politiche ha determinato una graduale crescita d’influenza e di potere da parte dei gruppi armati provenienti dalla Russia. In particolare, sono apparsi sorprendenti gli avvenimenti avvenuti a Donetsk la scorsa settimana, quando il famigerato Battaglione Vostok ha preso il controllo degli edifici governativi precedentemente occupati dalla MPD (Milizia Popolare del Donbass) e dalla direzione della Repubblica Popolare di Donetsk (RPD), l’autoproclamata autorità secessionista del Donbass. Esiste la possibilità che, di fronte ai primi segnali di sfaldamento da parte delle istituzioni e dei gruppi armati locali, e dopo alcuni attacchi dall’esito fallimentare (come l’assalto all’aeroporto di Donetsk), il Cremlino abbia preferito affidare la direzione operativa della ribellione a unità meglio addestrate e più esperte.

Il Battaglione speciale Vostok (est in russo) è nato ufficialmente nel 1999, assieme al gemello Zapad (ovest), nel contesto della Seconda Guerra Cecena. In origine, il battaglione era formato prevalentemente da soldati ceceni che avevano abbandonato la causa indipendentista e si erano schierati a favore del Cremlino in opposizione alla svolta jihadista intrapresa dall’insurrezione locale. Il Battaglione deve il suo nome alla zona di operazioni, ossia la regione orientale cecena. A comandare il Vostok era il potente clan Yamadayev, principale avversario dei Kadyrov, oggi al potere in Cecenia. I conflitti interni alle più importanti famiglie locali ha permesso a Mosca di utilizzare il battaglione come “riserva” da contrapporre a Kadyrov nell’eventualità in cui egli venisse meno al vincolo di fedeltà con il Cremlino. Il Vostok è stato impiegato, oltre che nel conflitto ceceno, anche nelle operazioni anti-terrorismo nel Caucaso, sia in montagna che nelle aree urbane e ha preso parte, assieme alle Forze Armate russe, alla guerra in Ossezia del 2008. In questi quasi 10 anni di attività, il battaglione ha potuto sviluppare notevoli capacità di guerra di montagna, in scenario urbano e contro-insurrezione. Sino al 2008, anno in cui è stato ufficialmente dissolto, il Vostok aveva un comando operativo misto russo-ceceno, rispondeva direttamente al GRU ed era inquadrato formalmente nella 42ª Divisione Motorizzata. Dopo il 2008, probabilmente in seguito a pressioni ricevute da Kadyrov, il Cremlino non solo ha disposto lo scioglimento del battaglione, ma ha cominciato ad eliminare i suoi comandanti, ossia gli influenti membri del clan Yamadayev. I residui membri del battaglione sono entrati a far parte dei Kadyrovci, le unità d’elite dell’attuale Presidente ceceno, pur mantenendo una notevole autonomia. Ad oggi, si tende a non distinguere più i membri del battaglione e li si indica generalmente come Kadyrovci. Tuttavia, i membri del Vostok hanno una chiara peculiarità rispetto agli altri colleghi ceceni, ossia la laicità o la scarsa osservanza ai precetti islamici. Infatti, il Presidente Kadyrov, per ragioni di opportunità politica, esige che i membri della propria guardia personale abbiano un comportamento esemplare in pubblico, non fumino e non consumino alcolici. Al contrario, i miliziani ceceni visti in Ucraina orientale non avevano timore a farsi riprendere mentre fumavano e bevevano, chiaro indizio della propria provenienza. Probabilmente per facilitare la convivenza con la popolazione locale Mosca ha preferito inviare il Vostok in Ucraina e non un gruppo di miliziani ceceni più osservanti dell’Islam.  

La presenza di questi combattenti ceceni non ortodossi ha sciolto, dunque, qualsiasi riserva sulla reale operatività del battaglione Vostok che, verosimilmente, ha mantenuto invariata la propria struttura di comando e la propria dipendenza diretta dal GRU. Al momento, in Ucraina orientale sono attivi circa 1.500 ceceni del Vostok, le cui capacità operative sono di gran lunga superiori sia a quelle delle milizie popolari filorusse sia a quelle dell’Esercito regolare di Kiev, tanto che l’unità è classificata dal Ministero della Difesa russo appartenente alla famiglia degli Spetznatz (Forze Speciali). A confermare la specificità del battaglione e il suo alto livello di addestramento ci sono l’equipaggiamento in dotazione e l’esito delle battaglie in cui sono stati impiegati. I “Vostokvci” dispongono di MANPADS, presumibilmente SA-16 Gimlet o SA-24 Grinch, e delle ultime serie dei kalashnikov, AK-74M e AK-103, con predisposizione per visore notturno, mirino telescopico e lanciagranate GP-25 e GP-30. I rifornimenti di armi e munizioni avvengono prevalentemente attraverso i piccoli villaggi del confine russo-ucraino, dove la presenza delle Forze di Sicurezza nazionale è molto scarna, e grazie le razzie dei depositi e delle caserme governative. Il Battaglione è stato presumibilmente responsabile dei 6 abbattimenti di Mil MI-24 sinora sofferti dall’Esercito Ucraino nonché protagonista della battaglia del villaggio di  Blagodatnoe, alle porte di   Volnovakha,70 km a sud di Donetsk, durante la quale sono stati distrutti 3 mezzi blindati, compreso un BMP-1, e sono morti 16 militari di Kiev.

 

 


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