La Francia, per bocca del suo Ministro dell'Economia Bruno Le Maire, ha annunciato l'esercizio del diritto di opzione sui cantieri di Saint Nazaire. La ex STX France diventa così di proprietà dello Stato francese. Sfuma pertanto l'operazione di acquisto di Fincantieri che si era assicurata la controllata francese del fallito gruppo sudcoreano STX presentando un'offerta (unica) al tribunale di Seul. L'operazione, che avrebbe portato Saint Nazaire in mani completamente italiane sommando le quote di Fincantieri e della Fondazione CR Trieste (48% e 6%), aveva ricevuto la benedizione dall'ex Presidente Hollande e si basava su un accordo che comprendeva vincoli e paletti precisi, tra cui il mantenimento degli attuali livelli occupazionali per 5 anni e l’impegno per Fincantieri a non superare la soglia azionaria del 50%. Inoltre, i presupposti industriali dell’operazione c'erano tutti. Fincantieri avrebbe salvato un cantiere importante come Saint Nazaire, destinato altrimenti anch'esso al fallimento, garantendone dunque lo sviluppo industriale (perché quello c’era, e c’è, nei piani dell’AD di Fincantieri Giuseppe Bono), e si sarebbe ulteriormente consolidata come colosso mondiale del settore da oltre 26.000 dipendenti e 5,5 miliardi di euro di ricavi. Un colosso capace di competere pari a pari con i giganti sudcoreani (che, tuttavia, non possono vantare il medesimo livello di contenuto tecnologico del gruppo italiano) con una fetta di mercato che sarebbe passata dal 38% al 55%. STX France avrebbe portato in dote un portafoglio ordini, da qui al 2026, di 14 navi da crociera, per un valore di 12 miliardi di euro, senza dimenticare pure un'expertise ed una conoscenza nel settore militare importante che copre capacità costruttive ad ampio spettro – navi anfibie, pattugliatori, ecc. - e che consentirebbe a Saint Nazaire di avere un ruolo di primo piano nella costruzione della futura portaerei della Marina Francese che dovrà rimpiazzare la DE GAULLE. Fincantieri, inoltre, aveva bisogno come il pane di un cantiere grande – Saint Nazaire lo è con il suo bacino di carenaggio più lungo di Europa (quasi un chilometro) – dove costruire navi che altrimenti non potrebbe realizzare (per ovvie questioni fisiche e di morfologia) e soddisfare una domanda in crescita sia nel civile sia nel militare. Macron ha però rimesso dapprima in discussione tutto, e poi fatto fallire il primo, grande tentativo d'integrazione della cantieristica europea. Il Ministro dell'Economia francese ha sì detto che si tratta di “nazionalizzazione temporanea”, lasciando aperto uno spiraglio per una futura trattativa, ma a questo punto è chiaro che la Francia non è disposta a cedere all'Italia il controllo di Saint Nazaire come aveva fatto con i Coreani. Anzi, verrebbe da pensare che piuttosto sarebbe disposta a far fallire il cantiere, anche perchè se era così interessato alle sorti di Saint Nazaire lo Stato francese avrebbe potuto rilevarlo ben prima dalle mani del Tribunale di Seul. Vedremo a questo punto quello che succederà. Certo è che il Presidente Macron sembra giocare apertamente contro gli interessi italiani. Ha portato unilateralmente Haftar e Serraj a Parigi, tenendo fuori Roma, sta ostacolando in tutti i modi una missione di polizia per il controllo dei confini tra Niger e Libia, sbarra la strada al consolidamento della cantieristica europea e, come se non bastasse, ha pure dichiarato che la Francia è pronta a creare gli hotspot per i migranti direttamente in Libia, con o senza l'Europa. Insomma, quando Macron vede italiano...vede rosso. In altri tempi sarebbe scoppiata una guerra, ma oggi, si sa, siamo tutti europei...ed europeisti....