RIVISTA ITALIANA DIFESA
Vertice NATO: aggiornamenti 26/05/2017 | Marco Giulio Barone

Si è tenuto ieri 25 maggio il summit NATO che vede la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo. La riunione si terrà al nuovo Quartier Generale e fa il punto sui lavori in corso ormai da un anno ma con attenzione particolare a due temi: l’incremento della presenza in Afghanistan e il burden sharing.

La prima novità del vertice è stata, appunto, l’inaugurazione del nuovo NATO HQ. Sorge di fronte alle vecchie infrastrutture, ormai obsolescenti e il cui mantenimento è divenuto antieconomico. La decisione di dotarsi del nuovo Quartier Generale risale al summit di Washington del 1999, il design del progetto al 2003, mentre la posa della prima pietra avvenne nel 2010. Il nuovo complesso permetterà di accogliere meglio tutte le delegazioni che, visto l’allargamento dell’Alleanza dal 2004 in poi, si erano dovute stringere in spazi ormai limitati rispetto alle esigenze. Nel corso della cerimonia di oggi verranno inaugurati due memoriali. Il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, deporrà un frammento del muro di Berlino in un memoriale dedicato all’evento che cambiò la storia d’Europa e il corso dell’Alleanza. Il secondo memoriale è dedicato all’11 settembre 2001 e all’Articolo V del Trattato, e il Presidente Trump vi deporrà un frammento del World Trade Center. 

Tornando ai temi core del summit, oggi la NATO ed altri paesi partner schierano in Afghanistan circa 13.000 uomini nel quadro dell’operazione Resolute Support, prevalentemente con ruoli di addestramento ed affiancamento delle forze afgane. Nonostante il pregevole lavoro svolto, la situazione continua ad essere precaria, ed i militari sul campo hanno ripetutamente chiesto rinforzi. Si è deciso, pertanto, di inviare altre truppe. Si tratterà di alcune migliaia di uomini, tra cui presumibilmente altri soldati italiani, ma i dettagli verranno discussi il prossimo mese, in 2 tappe distinte. A metà giugno avrà luogo un’apposita conferenza per la force generation e, successivamente, una riunione dei ministri della Difesa a fine giugno che prenderà la decisione finale su consistenza e compiti assegnati.

Oltre all’Afghanistan, il tema del burden sharing continua ad essere centrale nell’agenda dell’Alleanza. Nella conferenza stampa tenutasi ieri in vista del summit, il Segretario Generale Stoltenberg ha sottolineato ancora una volta l’importanza dei progressi fatti nell’ultimo anno dalla maggior parte degli Alleati. Ma ha anche ribadito la necessità di onorare con serietà gli impegni assunti nel 2014 a Varsavia. Gli Alleati dovranno presentare un piano nazionale di incremento della spesa articolato su tre voci principali: disponibilità finanziaria, capacità esprimibili e contributo all’Alleanza. Un documento nuovo che lascia poco margine m all’improvvisazione. Il documento andrà compilato ogni anno per assicurare che ciascuno stia facendo progressi verso l’obiettivo designato. Stoltenberg ha tenuto a sottolineare che il budget crudo non è l’unico discrimine dell’impegno di ciascun paese, ma servono numeri chiari sulle condizioni di ciascun alleato e della NATO nel suo complesso. Oggi le informazioni disponibili sono lacunose, laddove avere una visione completa di chi sta spendendo e in che modo, può far la differenza tra il successo e l’insuccesso dell’agenda di Varsavia. In cambio di un comportamento più responsabile da parte degli Alleati europei, gli Stati Uniti sembrano intenzionati a rivedere i propri piani per l’Europa e tornare a considerare questo scenario come primario. Di conseguenza, il budget statunitense per il 2018 dedicherà il 40% in più di risorse finanziarie – almeno nelle intenzioni, vedremo nelle prossime settimane – al consolidamento della presenza delle forze USA in Europa. Al momento non sono previste altre truppe, ma i fondi extra finanzieranno esercitazioni più frequenti, permetteranno di far affluire ulteriori mezzi ed equipaggiamenti nei “prepositioned stocks” e di ammodernare le infrastrutture. Questo fuga, in parte, i timori dei membri orientali dell’Alleanza, che temevano invece un taglio della European Reassurance Initiative da parte dell’amministrazione Trump.

Oltre a tali argomenti, durante il vertice è stata ufficializzata la partecipazione della NATO alla coalizione anti-Daesh ed il progressivo incremento del supporto dell'Alleanza alle operazioni militari, sia tramite l'utilizzo dei velivoli E-3 AWACS ed il rifornimento in volo, sia attraverso la condivisione delle informazioni su terrorismo e foreign fighters raccolte ed analizzate da una nuova cellula di fusione che verrà creata all'interno della Intteligence Division della NATO appena costituita. Sempre in tale ambito, verrà nominato anche un coordinatore speciale per gestire gli sforzi comuni dell'Alleanza contro il terrorismo. 

In serata, nello statement finale di Stoltenberg, è giunto finalmente anche un fugace accenno all'hub di Napoli, che sarà operativo a settembre come anticipato da RID. L'hub sembra, pertanto, essere scivolato in basso nell'agenda a favore delle altre priorità che abbiamo visto. Sicuramente non una cosa buona per l'Italia. 


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