RIVISTA ITALIANA DIFESA
Manchester: i sospetti legami di Abedi 24/05/2017 | Pietro Batacchi

La dinamica dell’attacco di Manchester sembra ormai chiara. L’attentatore, il britannico di origini libiche Salman Abedi, si sarebbe fatto esplodere alla fine dello spettacolo, nella parte più esterna dell’Arena. Un modo per non dover entrare all’interno, ed imbattersi in qualche controllo, e celarsi il più possibile tra la folla di teeneager in deflusso. Un target, dunque, estremamente soft e molto facile da raggiungere. La Polizia ha arrestato altre 3 persone presumibilmente legate all'evento, di cui una Whalley Range, nell'area metropolitana della città, e una seconda a Fallowfield, quartiere a circa 4 km dal centro di Manchester. Non è chiaro il livello di coinvolgimento dei 3, tra i quali potrebbe esserci il fratello dello stesso Abedi. Quest’ultimo, anche se ha agito da solo, potrebbe aver avuto il supporto, come spesso accade in questi casi, di elementi logistici che potrebbero averlo coadiuvato nell’assemblamento dell’ordigno e nel procurarsi l’occorrente, e assistito nella pianificazione, magari con l’aiuto di ulteriori elementi ancora. Figlio di genitori fuggiti dalla Libia durante gli anni del regime di Gheddafi – e questo fatto potrebbe anche indicare una loro appartenenza o vicinanza o, ancora, simpatia, verso la Fratellanza Musulmana – Abedi nell’ultimo anno aveva fatto la spola con la Libia, dove, si sospetta, potrebbe aver avuto più di un contatto con le diramazioni locali di Al Qaeda o dell’IS e ricevuto anche addestramento ed inquadramento. Le indagini dovranno chiarire tutto: contatti, frequentazioni, ecc., ed a tal proposito sono a lavoro sia l’MI5, il Servizio segreto interno, sia il potentissimo GCHQ (Government Communications Headquarters), la variante britannica dell’NSA americana per ciò che concerne lo “storico” delle comunicazioni del soggetto. Di particolare importanza, sarà anche l’analisi dei resti dell’ordigno recuperati sulla scena, a cominciare dai chiodi e bulloni e dai campioni dell’esplosivo. Intanto, le autorità britanniche hanno elevato il livello di sicurezza a critico, livello che indica ulteriori attacchi come imminenti, e deciso di incrementare il numero dei militari a protezione degli obbiettivi più sensibili (mentre si sta valutando pure l’ipotesi di impiegarli anche per la sicurezza dei concerti) per rendere disponibile un numero maggiore di poliziotti per attività di pattugliamento e controllo del territorio più dinamiche. Tra questi ci sono anche i team in azione nell’ambito del Progetto SERVATOR, ovvero quei team, appiedati o a bordo di veicoli specializzati, addestrati per riconoscere individui sospetti intenti a condurre sopralluoghi di potenziali obbiettivi o “ricognizione ostile”.


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