RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il terrore colpisce Manchester 23/05/2017 | Pietro Batacchi

Il terrorismo è tornato a colpire l'Europa. Lo ha fatto, questa volta, come al Bataclan, durante un concerto. Ventidue i morti finora accertati tra i tantissimi teenager che affollavano la Manchester Arena per il concerto di Ariana Grande. La Polizia ha parlato subito di terrorismo e mano, mano si è fatta strada la pista di un attentato kamikaze. Se questa ipotesi fosse confermata, si tratterebbe di un fatto molto grave che va ben oltre la casistica del lupo solitario che colpisce all'arma bianca o si lancia con un auto o un camion sulla folla. La presenza della cintura esplosiva, infatti, rimanda inevitabilmente ad una pianificazione più accurata e sistematica e ad una struttura logistica che, seppur rudimentale, implica la disponibilità di luoghi ed appartamenti sicuri, nonché ad una capacità di assemblaggio di ordigni. In realtà, al di là di queste considerazioni tecniche, se guardiamo alla frequenza ed alla sistematicità con cui il terrorismo ha colpito l'Europa negli ultimi 4-5 anni siamo di fronte, lo ripetiamo ancora una volta, ad un fenomeno molto ampio e variegato. Un fenomeno di massa, potremmo dire, perchè se contiamo gli attentati concretizzati, e le loro conseguenze umane, materiali e simboliche, e quelli sventati siamo di fronte a numeri senza precedenti. Anche perchè all'area operativa materialmente responsabile degli attacchi bisogna aggiungere quella logistica e quella di fiancheggiamento ideologico e culturale. Insomma, un mondo vasto che si nutre di una narrativa di tipo fondamentalista liberamente fruibile sul Web e che si sente parte della stessa comunità radicalmente alternativa a quella europeo-occidentale all'interno della quale vive. Una comunità composta da migliaia di soggetti difficilmente controllabile in tutta la sua profondità ed ampiezza. Manchester è poi una delle storiche roccaforti del fondamentalismo britannico – come e per certi aspetti più di alcuni quartieri di Londra – senza dimenticare il fatto che sono quasi 2.000 i foreign fighters che negli ultimi anni hanno lasciato il Regno Unito per andare a combattere in Siria ed in Iraq con IS, ma anche con Al Qaeda/Al Nusra. E proprio il figlio di Osama Bin Laden, Hamza, una settimana fa aveva lanciato un appello ai seguaci di Al Qaeda per colpire i crociati in Europa con qualunque strumento. Tradizionalmente ad appelli del genere fanno seguito gli attacchi, o dei tentativi di attacco, mentre la stessa Al Qaeda ha ormai quasi completamente egemonizzato il fronte ribelle in Siria e sta approfittando della progressiva sconfitta dell'IS per tornare a rafforzarsi e ad essere leader dell’internazionale jihadista.


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