Nella serata del 13 aprile, gli Stati Uniti hanno effettuato un raid contro un complesso di tunnel situati nella zona di Achin (provincia di Nangarhar, Afghanistan orientale) appartenenti ad ISIS-K (Khorasan), la costola afghana del Daesh. Nel raid è stata usata per la prima volta la bomba GBU-43/B MOAB, acronimo che, formalmente, indica Massive Ordnance Air Blast, ma che più comunemente, viene tradotto con Mother Of All Bombs considerando le dimensioni e la potenza dell’ordigno. Secondo i dati disponibili, si tratta, appunto, del primo utilizzo di tale ordigno – la più potente arma convenzionale aviolanciata in operazioni di combattimento - non esistendo alcuna conferma riguardo al presunto impiego della GBU-43 nel conflitto in Iraq nel 2003 da alcuni sostenuto. Diretta discendente della BLU-82 DAISY CUTTER, più volte utilizzata nel teatro afghano prima del suo ritiro avvenuto nel 2008, la MOAB è una bomba a detonazione di prossimità (esplosione che avviene a pochi metri dal terreno e non all’impatto con esso) con guida terminale GPS. Si tratta di un ordigno a testata convenzionale caricata con 8,2 tonnellate di esplosivo H6 ad alto potenziale (un mix di RDX, nitrocellulosa, TNT e polvere d’alluminio equivalente ad 11 t di tritolo), in grado di produrre effetti esplosivi simili a quelli raggiungibili con l’impiego di un’arma nucleare tattica, senza le conseguenze derivanti dal fallout radioattivo, particolarmente adatta contro bersagli fortificati di superficie, o situati all’interno di canyon o, ancora, contro infrastrutture sotterranee, concentrazioni di forze e convogli di mezzi, obiettivi rispetto ai quali altri ordigni convenzionali avrebbero una scarsa utilità. La MOAB è stata sganciata da un MC-130H COMBAT TALON II appartenente al Comando Operazioni Speciali dell’Air Force americana (AFSOC) in un’area non lontana dal luogo dove lo scorso 8 aprile è stato ucciso il Sgt. De Alencar del 7th Special Forces Group. Al momento, l’MC-130 è l’unico aereo in grado di trasportare la GBU-43/B essendo opportunamente modificato con un sistema di carrelli e slitte per il trasporto e lo sgancio dell’ordigno – che avviene dalla rampa cargo posteriore del velivolo tramite il dispiegamento di un paracadute, procedura molto simile a quella impiegata nel lancio di paracadutisti o rifornimenti. Le grandi dimensioni della MOAB (10 metri di lunghezza), infatti, non le consentono di essere trasportata nelle stive o sotto le ali dei normali bombardieri. Con il raid afgano si chiude una settimana in cui l’Amministrazione Trump ha voluto segnalare al mondo che il deterrente militare americano è stato ristabilito per evitare che soggetti politici di diverso tipo ed in diverse parti del sistema internazionale possano essere incentivati a spostare sempre più avanti la soglia del rischio e ad equivocare il reale significato della pazienza strategica mostrata negli ultimi 8 anni.