Il dispiegamento dei 4 battle group NATO della Enhanced Forward Presence (EFP) sul territorio polacco e dei 3 Paesi baltici è in pieno corso di svolgimento. La decisione di costituire tali unità e rischierarle nelle aree orientali dell’Alleanza Atlantica era stata presa nel corso del vertice di Varsavia del luglio 2016 nell'ambito di un pacchetto di misure più ampio teso a rassicurare i Paesi membri del fianco est rispetto alla nuova assertività russa. Il primo battle group, a guida tedesca, è stato attivato lo scorso 7 febbraio in Lituania (Rukla). Il 13 aprile vi sarà, invece, l'attivazione del battle group polacco a guida americana (Orzysz), seguito, una settimana più tardi, il 20 aprile, dal battle group estone a guida britannica (Tapa). L'ultimo a dispiegarsi ed a diventare operativo sarà il battle group basato in Lettonia (Adazi) a guida canadese – in cui è previsto l’inserimento di una compagnia italiana con 150 soldati – con la relativa attivazione a fine giugno. In pratica le 4 pedine saranno completamente operative entro luglio. Il compito dei battle group, come ci spiega il Comandante del JFC di Brunssum, Generale Salvatore Farina, che abbiamo incontrato in questi giorni durante una nostra visita alla NATO, è "rassicurare e supportare le forze locali e non è un caso che queste unità siano schierate a distanza dal confine russo presso o vicino aree addestrative dove svolgono attività di training". Si tratta, pertanto, "di una forza nè troppo piccola, nè troppo grande, ma proporzionata", ed espressione della volontà e della solidarietà dei Paesi alleati, e capace allo stesso tempo di esercitare un certo potere dissuasivo. Del resto, come ci tiene con forza a sottolineare il Generale, si tratta di una misura puramente difensiva nell'ambito di una postura in cui "nulla è concesso all'escalation ed alla provocazione". In caso di crisi, questo dispositivo verrebbe rinforzato dal dispiegamento della VJTF (Very high readiness Joint Task Force) , forza composta da una brigata di manovra più assetti aerei e navali di supporto, e della Initial Follow On Forces Group (IFFG) della nuova NATO Response Force (ENRF, Enhanced NATO Response Force forte di un complesso di 40.000 effettivi). Vale la pena ricordare che aliquote della VJTF (il posto comando avanzato ed un battaglione di manovra) sono proiettabili entro 48 ore (e l'intera VJTF in 5 giorni), mentre la IFFG è composta da 26.000 soldati ed è in grado di rischierarsi in 45 giorni. I battle group sono configurati come pedine di fanteria meccanizzata, dotate di aliquote corazzate, che in buona parte sono già affluite o stanno affluendo in teatro, sezioni di autodifesa antiaerea e di supporto di fuoco a tiro curvo. Il principio, come abbiamo anticipato, è quello della nazione cosiddetta framework e dei Paesi partecipanti che forniscono unità che si dispiegano con rotazioni di 6 mesi e svolgono la loro attività in partnership con le forze locali. Solo per fare un esempio, il battle group a guida tedesca in Lituania opera a fianco della MIB (Mechanized Infatry Brigade) IRON WOLF dell'Esercito Lituano. Tutti i dettagli sulla EFP e sui battle group saranno disponibili in un reportage che uscirà su RID 6/17.