RIVISTA ITALIANA DIFESA
Attacco alla Siria: prime valutazioni militari 07/04/2017 | Giuliano Da Frè

L’amministrazione Trump si mette sul sentiero di guerra. E lo fa imitando le tanto criticate presidenze precedenti: mostrando i muscoli con una bella scarica di missili TOMAHAWK contro la base aerea siriana da cui potrebbero essere partiti i jet responsabili del bombardamento di Khan Sheikhun con i gas, nella provincia di Idlib. Base che è anche uno degli assetti chiave nella lotta contro ISIS in Siria. Nella notte, a sparare 59 missili cruise tipo BGM-109D/E TLAM, arma simbolo delle rappresaglie americane dal 1991 ad oggi (si potrebbe ormai parlare di “TOMAHAWK policy”, sul modello della “politica delle cannoniere” ottocentesca), sono stati i caccia ROSS (un ARLEIGH BURKE Flight-I completato nel 1997, ma aggiornato nel 2012) e PORTER, anch’esso classe BURKE, ma nella variante Flight-II, in servizio dal 1999, e sottoposto ad analogo upgrade nel 2013. Entrambe le unità sono di base a Rota, in Spagna, assegnate alla 6ª Flotta del Mediterraneo, al comando del Viceammiraglio Christopher W. Grady. La base ospitava prima della guerra il comando della 22ª Divisione aerea, con la 50ª Brigata cacciabombardieri, e 3 squadroni: il 675° su Mig-23MF/MLD e da conversione UB, e 677° e 685° con i Su-22M, in varie versioni. Durante la guerra si sono aggiunti alcuni Su-24. Si stima che dei circa 30 aerei presenti, ne siano stati colpiti tra 6 e 15, mentre le perdite tra il personale sarebbero limitate a una dozzina di morti e feriti. Dalle prime foto, l'infrastruttura non sembra aver subito gravi danni, ma il campo delle immagini non consente di fare una valutazione più precisa, mentre Mosca ha porlato di "attacco flop". La base dispone di bunker di comando presumibilmente rafforzati dopo lo scoppio della guerra civile, e di una quarantina di shelter corazzati: la Siria ha buona memoria dei danni subiti in passato per mano dell’Aeronautica Israeliana. Gli hangar più solidi potrebbero inoltre essere serviti da ricovero per i velivoli russi. La base infatti è zona di rischieramento avanzato per il contingente aereo spedito da Vladimir Putin in Siria: qui si trovano soprattutto elicotteri Mi-35 e Ka-52, oltre a velivoli logistici, la cui sorte non è ancora stata chiarita, anche se Washington aveva avvertito in anticipo Mosca. I TOMAHAWK fra l’altro hanno volato nel raggio d’azione delle batterie terra-aria S-400 dispiegate a Latakia, ma non c’è notizia di un loro impiego, anche se presumibilmente i radar hanno tracciato l’attacco missilistico USA.


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