RIVISTA ITALIANA DIFESA
Cruise contro Assad e contro Kim 07/04/2017 | Pietro Batacchi

Stanotte è arrivata la risposta americana al presunto attacco chimico dell'Aeronautica Siriana contro Khan Sheikun. Cinquantanove missili da crociera land-attack TOMAHAWK, lanciati dai caccia PORTER e ROSS stazionananti nel Mediterraneo orientale, hanno colpito la base di Shayrat (governatorato di Homs), da dove sarebbero presumibilmente partiti gli aerei responsabili dell'azione incriminata, centrando hangar, depositi, bunker e batterie antiaeree. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbero essere stati danneggiati o distrutti 9 aerei, mentre da alcune immagini non sembra che i danni siano gravi. La prima impressione è quella di un'azione limitata e proporzionata tesa a lanciare un messaggio ad Assad, ma anche ad altri, sull'indisponibilità dell'America e di questa amministrazione a tollerare l'impiego di WMD. Nel suo discorso ai cittadini americani per informarli del raid, il Presidente Trump ha, appunto, ricordato che è un intresse di sicurezza vitale dell'America prevenire l'uso di armi chimiche. Nel pieno della crisi nucleare nordcoreana, infatti, una non risposta statunitense avrebbe costituito un segnale di debolezza creando un equivoco di fondo circa la politica della Casa Bianca ed un incentivo per la leadership di Pyongyang a spostare ancora più in avanti la soglia del rischio. Diplomazia del missile, o diplomazia coercitiva, per il momento è questa l'opzione prescelta da Trump. Opzione accettabile anche da parte di Mosca, non a caso avvertita con lauto anticipo del raid.


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