Sembra che la Fuerza Aerea Argentina (FAA) stia valutando l’acquisizione di un caccia che funga da gap filler tra il ritiro dei MIRAGE III/5, ultimato nella seconda metà del 2015, e l’acquisto di un nuovo caccia multiruolo. E’ stato lo stesso Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Gen. Amrein, a dichiarare che “si stanno valutando diverse piattaforme che possano consentire alla Forza Aerea di colmare il gap capacitivo derivante dal pensionamento dei MIRAGE e che consenta una graduale introduzione del nuovo caccia”. Tale dichiarazione risulta quanto mai opportuna - ancorché non particolarmente inaspettata - considerando sia l’interminabile processo di scelta del nuovo caccia di punta della FAA - che nel 2017 è entrato nel suo terzo anno – sia perché, ad oggi, Buenos Aires non possiede un velivolo con capacità di difesa aerea, disponendo di appena 22 addestratori avanzati/aerei da attacco leggeri IA-63 PAMPA, mentre dei nominali 22 aerei d’attacco al suolo A-4AR FIGHTING HAWK e dei teorici 32 turboelica d’attacco leggero IA-58 PUCARA’, ne risultano operativi non più del 20%. Va da sé che, tenuto conto del protrarsi della crisi finanziaria globale e delle pesanti ripercussioni che tale crisi continua ad avere sulle già difficili condizioni finanziarie del Paese, gli aspetti economici legati ai costi d’acquisizione e di esercizio (valore unitario dell’apparecchio, costi per ora di volo e costo totale del ciclo di vita) saranno di primaria importanza nella valutazione del gap filler. A ciò, ovviamente, si aggiungeranno le valutazioni riguardanti gli aspetti capacitivi del velivolo (prestazioni, sistemi, armamenti) ed elementi maggiormente politico-industriali (possibilità di ottenere finanziamenti, trasferimento di tecnologie e cooperazione industriale in settori sensibili). Per quanto riguarda i possibili candidati destinati a ricoprire tale ruolo, negli ultimi 2 anni sono stati vari gli aerei “sponsorizzati” per il requisito argentino: dai 16 MIRAGE F1M ex spagnoli, di cui si parlava nel 2014 - scartati a causa delle pressioni esercitate dal Governo britannico su quello spagnolo volte a scoraggiare la vendita di velivoli che potessero contribuire eccessivamente alla modernizzazione dell’Aeronautica Argentina - ai 18 vecchi KFIR Block 60 israeliani, progetto risalente al 2015 e che, ad oggi, risulta congelato, passando per i presunti 14 J-10 cinesi e fino ad arrivare, più recentemente, ai MiG-29 (è di questi giorni la voce che parla di ameno 15 velivoli ex russi, probabilmente versione 9.17 SMT). Come detto, gli aerei gap filler dovrebbero colmare il vuoto capacitivo relativo alla difesa aerea e consentire il graduale passaggio al velivolo che verrà selezionato come spina dorsale della linea combat della FAA. Anche in questo caso non c’è scarsità di candidati di vario genere e delle più disparate provenienze. Inizialmente appariva favorito il JF-17 THUNDER, tanto che nel 2015 venne creato un gruppo di lavoro sino-argentino che avrebbe dovuto studiare il programma d’acquisizione e l’eventuale finanziamento per 20 aerei. Successivamente si è parlato dell’acquisto di alcuni JAS-39 GRIPEN E/F, ma anche in questo caso il veto britannico alla vendita - esercitato sfruttando la presenza della BAE che contribuisce alla produzione di alcune componenti (carrello principale, HMD COBRA, sezione del raccordo tra ali e fusoliera ed alcuni controlli di volo) del velivolo svedese - ha avuto un enorme peso, eliminando il GRIPEN dalla (futura) gara argentina. Ad oggi appaiono 3 i velivoli dotati di requisiti finanziari compatibili con le esigenze argentine: lo FA-50/T-50 sudcoreano, il ceco L-159ALCA e l’M-346FT di Alenia. Tuttavia, se il recente passato è di qualche insegnamento, si tratta di una lista tutt’altro che definitiva, anche considerando che, per quanto si tratti di velvoli moderni, nessuno di essi è dotato del requisito operativo di caccia multiruolo ricercato dalla Fuerza Aerea Argentina.