Lo scorso 17 marzo, con circa 2 anni di ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto, il Governo belga ha ufficialmente annunciato l’avvio della procedura di procurement per 34 nuovi caccia multiruolo, destinati a rimpiazzare la principale componente di combattimento dell’Aeronautica basata su 59 F-16AM/BM Block 20. Questi ultimi, acquisiti nel periodo 1979-1985, e portati allo standard Block 20 dopo un aggiornamento di mezza vita (MLU) avvenuto tra il 1991 e il 1997, dovrebbero iniziare ad essere ritirati nel 2023 - quando gli F-16 più usurati raggiungeranno il limite delle 8.000 ore di volo - con completamento del ritiro previsto nel 2028. I velivoli candidati a sostituire i FIGHTING FALCON belgi, e per i quali è stata inviata una RFGP (Request for Governamental Proposals), sono 5: Dassault RAFALE, Saab JAS-39 GRIPEN E, Lockheed Martin F-35A LIGHTNING II, Eurofighter TYPHOON e Boeing F/A-18E/F SUPER HORNET. Sebbene sia previsto che la decisione finale verrà presa solo nella primavera 2018, già si conosce il valore iniziale del contratto, pari a 3,573 miliardi di euro, mentre il costo totale del programma, inclusivo dell’intero ciclo di vita del nuovo apparecchio (40 anni), sarà di circa 15 miliardi. Il numero dei nuovi caccia richiesti, seppur minore rispetto agli F-16 attualmente in servizio, riflette abbastanza fedelmente la stima minima indicata nel documento di pianificazione strategica del Governo belga, numero che consente di disporre permanentemente di almeno 6 velivoli in standby, più 2 destinati alla forza di reazione rapida (QRA) per la protezione dello spazio aereo del BENELUX. In realtà, inizialmente il requisito era di 40 aerei, numero ridotto a 34 per motivi di budget e, probabilmente, non definitivo, soprattutto se la scelta dovesse cadere sul candidato favorito - l’F-35 – l’unico tra i velivoli in corsa che potrebbe garantire un elevato livello prestazionale, capacitivo e di interoperabilità lungo tutto quel ciclo vita quarantennale indicato dal Governo belga. Un ulteriore elemento che contribuisce a rendere il LIGHTNING II favorito nella gara belga, riguarda un aspetto legato al velivolo a cui succederebbe. Oltre che per i citati aspetti legati all’età delle cellule, infatti, la sostituzione degli F-16 belgi con l’F-35 si renderebbe necessaria anche a causa delle scelte fatte dai Paesi partner del Multinational Fighter Program (MNFP) – di cui fanno parte, oltre agli USA, tutte le nazioni europee utilizzatrici dei FALCON più “anziani” (Danimarca, Olanda, Norvegia e Portogallo) – consorzio che fu creato nel 1975 per lo sviluppo, la produzione e il supporto manutentivo, tecnico ed operativo per l’intero ciclo di vita degli F-16A/B destinati ai 4 paesi europei e all’USAF. Questi Paesi, ad eccezione del Portogallo, hanno già scelto il successore comune dei loro F-16 - l’F-35 – e cià potrebbe avere inevitabilmente ripercussioni sulla scelta del Belgio per evidenti ragioni di tipo logistico e addestrativo, in particolare sul fronte della cooperazione e dell’interoperabilità con l’Olanda già sperimentata con successo con il FIGHTING FALCON. Va da sé che, l’eventuale acquisizione del F-35 da parte del Belgio, rappresenterebbe per il sistema industriale italiano un’ulteriore opportunità per la FACO (Final Assembly and Check Out) di Cameri – già responsabile della produzione di 27 dei 37 velivoli olandesi – che si prepara a divenire anche il fulcro di una parte delle attività di manutenzione per gli F-35 che saranno schierati in Europa.