Venerdì 17 marzo, con la tradizionale conferenza stampa, alla quale hanno preso parte il CEO del gruppo Antoine Bouvier e l'AD di MBDA Italia Pasquale Di Bartolomeo, il colosso missilistico europeo MBDA ha presentato i risultati economico-finanziari per il 2016 e le strategie per gli anni a venire. Il 2016 è stato un anno eccellente per l'azienda con numeri record: ricavi pari a 3 miliardi di euro, ordini per 4,7 miliardi di euro ed un portafoglio di quasi 16 miliardi di euro, pari per la precisione a 15,9 miliardi di euro (portafoglio che nel 2013 era di 10,8 miliardi di euro). Rispetto al 2015 si tratta di numeri in crescita – a parte gli ordini passati da 5,2 miliardi di euro a 4,7 miliardi solo per il fatto che le commesse qatarine verranno contabilizzate quest'anno – grazie ad un un anno, il 2016, caratterizzato da importanti accordi che hanno riguardato pressochè tutte le categorie di prodotto dell'azienda. L'obbiettivo è crescere ancora nel 2017 e raggiungere, come ha spiegato lo steso Bouvier, quota 4 miliardi di euro nel 2020. Nel 2016 vanno registrati, tra gli altri, i contratti per lo sviluppo del missile aria-superficie SPEAR, i grandi contratti in Qatar, con MBDA Italia agente in qualità di prime contractor, per la batteria costiera e l'equipaggiamento delle navi vendute da Fincantieri – contratti che, però, verranno come già ricordato contabilizzati quest'anno – il contratto per la fornitura del weapons package dei 36 caccia multiruolo RAFALE acquistati dall'India, il contratto per equipaggiare gli F-35 inglesi con il missile aria-aria a corto raggio ASRAAM – missile che ha effettuato i primi test in volo con l'aereo proprio di recente e che è la prima arma non-americana ad essere integrata sul JSF – l'ingresso dell'Italia nel programma di cooperazione con la Francia per lo sviluppo del missile ASTER 30 Block 1NT con capacità anti-balistiche estese ecc.. Insomma, MBDA si conferma un'azienda solida e di successo con un portafoglio ordini sostenibile nel tempo ed un profilo industriale sempre più integrato ed efficiente, come dimostra anche l'incorporazione a partire dal 1° gennaio 2017 di MBDA Deutschland dentro il perimetro aziendale (MBDA Deutschland fino ad allora veniva gestita come una sussidiaria), e la strategia di attenzione e penetrazione verso la Spagna, che si vuol rendere quanto prima il quinto mercato domestico del gruppo, facendo leva su una serie di programmi in loco, a cominciare dall'equipaggiamento delle nuove fregate F-110 con il missile sup-aria a corto raggio CAMM, per togliere così spazio anche a Ryatheon, tradizionalmente forte sul mercato iberico. Il modello che si propone è quello della partnership, non della mera fornitura, che del resto costituisce un pò il DNA dell'azienda e che si è dimostrato di straordinario successo ed impatto anche in altri contesti, ed in tale ottica MBDA, dopo aver investito per anni in Spagna per rendere il terreno industrialmente più fertile, è pronta a trasferire in loco anche alcune attività. Per cui la prima grande direttrice strategica del gruppo è quella di consolidare e rafforzare la propria massa critica in Europa per essere poi più competitivi anche nell'export. Del resto, solo negli ultimi 2 anni MBDA ha aumentato la propria quota mondiale di mercato da circa il 20% a quasi il 25% ed arrivando a competere alla pari con i 2 grandi colossi americani del settore, Raytheon e Lockheed Martin. Con una grande differenza, però, ovvero che mentre per un'azienda europea è molto difficile entrare sul mercato americano, a causa di tutte le barriere del "buy american", altrettanto difficile non è per un'azienda americana fare business in Europa. Restando in tema di Europa, MBDA, e non potrebbe essere altrimenti data la sua intima natura, ha accolto con grande favore la svolta che nel Vecchio Continente si è registrata nell'ultimo anno in tema di difesa e sicurezza per effetto, da un lato, della minaccia del terrorismo e del ritorno in grande stile della Russia e per effetto , dall’altro, della Brexit. Durante la conferenza stampa, il CEO Antoine Bouvier ha premuto con forza questo tasto sottolineando come MBDA stia guardando con estremo interesse alla cosiddetta Preparatory Action 2017-2020, ovvero a quell'iniziativa per il finanziamento dei primi programmi di ricerca europei interamente militari (e non meramente dual use come avviene con altre iniziative quali, per esempio, HORIZON 2020), i cui bandi si apriranno a breve. Si tratta di pochi fondi, una novantina di milioni di euro in tutto, ma l'iniziativa nel suo complesso è fondamentale sotto il profilo dei principi e delle modalità di azione/organizzazione e perchè anticipa il Fondo Europeo per la Difesa che, a partire da 2020, prevede l'erogazione di 500 milioni annui da parte dell'UE (per un totale di 3,5 miliardi di euro fino al 2027) per il finanziamento di programmi di cooperazione di ricerca militare. Una svolta, come si diceva, figlia di una strategia nuova sostenuta da risorse che potrebbero essere utilizzate nello sviluppo di nuove tecnologie e programmi. Del resto, MBDA, in particolare MBDA Italia, ci ha abituato a saper cogliere importanti opportunità di finanziamento anche attingendo a risorse non ordinarie o alternative. E' stato così, in parte, per il MARTE ER, che adesso ha trovato il suo cliente di lancio nel Qatar, e in parte per il CAMM ER. Proprio su quest'ultimo sistema si è speso moltissimo l’AD di MBDA Italia Pasquale Di Bartolomeo che ha ricordato come l'Italia non possa permettersi di perdere una capacità, ovvero la capacità attualmente rappresentata dal missile ASPIDE e dai sistemi da esso derivati, dallo SPADA, allo SKYGUARD, passando per l'ALBATROS, a causa del progressivo decadimento delle prestazioni dovuto all'età del missile in questione senza che tale decadimento possa essere evitato grazie allo sviluppo ed all'introduzione in servizio di un nuovo ordigno, nella fattispecie il CAMM ER. Rispetto ad alcuni mesi fa, il quadro adesso sembra essere più chiaro e decisamente più roseo. Fermo restando che la Marina ha deciso per i PPA di continuare con l'ASTER 15 per assolvere il requisito della difesa a corto-medio raggio, Di Bartolomeo ha sottolineato che un primo passo importante è stato computo negli ultimi mesi del 2016 con la convergenza del requisito di Aeronautica Militare ed Esercito Italiano. Sulla base di questa convergenza, Di Bartolomeo ha auspicato che nel 2017 possa arrivare quel contratto da parte delle FA italiane fondamentale per completare lo sviluppo del CAMM ER finora portato avanti, appunto, con fondi interni o alternativi. In pratica, il 2017, come ricordato in passato anche su queste colonne, sarà un anno cruciale per il programma e per il mantenimento di una capacità che il nostro Paese possiede da oltre 40 anni e che gli ha consentito pure di primeggiare sul mercato internazionale. Lo sviluppo del CAMM ER, infatti, oltre ad avere cospicue implicazioni sul piano della base industriale domestica, soprattutto per lo stabilimento del Fusaro, centro di eccellenza per la produzione seekeristica, avrebbe anche importanti conseguenze sul piano export poiché, come ha ricordato sempre Di Bartolomeo: “il mercato della difesa aerea, sia terrestre, sia navale, è in grande crescita ovunque, e ad oggi ci sono importanti prospettive per il CAMM ER in Polonia (programma NAREW ndr) ed in Svizzera". E non bisogna poi dimenticare che il Governo inglese attende il prima possibile anche il supporto da parte del Governo e della Difesa italiani visto che CAMM e CAMM ER nascono da una base di cooperazione comune. Su RID 5/2017 ulteriori approfondimenti.