A settembre l’hub NATO per il sud in via di costituzione presso il Joint Forces Command di Napoli dovrebbe raggiungere la sua capacità operativa iniziale (IOC, Initial Operational Capability). La costituzione di tale hub, fortemente voluta dall’Italia, si inserisce nelle misure che la NATO ha preso nell’ultimo anno per affrontare la crisi che sta attraversando il suo fianco meridionale e l’intera regione del Mediterraneo. L’hub dovrebbe essere composto da circa 90 unità di personale (analisti, esperti d’intelligence, ecc.): metà fornita dallo stesso JFC di Napoli ed un’altra metà proveniente da contributi volontari dei Paesi membri. A tal proposito, 7-8 membri della NATO hanno già dato la loro disponibilità ad inserire proprio personale in questa nuova struttura. Da questo dipenderà, inoltre, il raggiungimento della piena capacità operativa che potrebbe essere conseguita anche entro la fine di quest’anno. L’hub, che può essere considerato come una sorta di “super cellula” di coordinamento, avrà i seguenti compiti primari. Aumentare la consapevolezza della situazione, o situational awareness, nella regione mediterranea mediante la raccolta, il filtro e l’analisi di informazioni provenienti da più fonti e assetti. A Napoli, pertanto, confluiranno tutte le informazioni raccolte nel bacino Mediterraneo sia da assetti NATO, come i velivoli AWACS Boeing E-3A SENTRY, sia da assetti nazionali aerei, terrestri, navali ecc. Peraltro, le capacità di raccolta verranno presto potenziate dall’operatività del sistema AGS (Alliance Ground Surveillance) di Sigonella – operatività prevista tra la fine di quest’anno e gli inizi del prossimo. Il sistema è basato su un segmento terrestre di controllo ed analisi e su un segmento aereo costituito da 5 UAV strategici Northrop Grumman GLOBAL HAWK Block 40. Un altro compito primario è coordinare le attività di Defence Capacity Building che la NATO sta conducendo con diversi Paesi dell’area: dalla Tunisia, all’Iraq, passando per la Giordania, ecc. A questi 2 task bisogna poi aggiungere il monitoraggio e controllo dello stato di avanzamento del cosiddetto framework per il sud, ovvero di quell’insieme di misure prese dalla NATO per proiettare stabilità lungo il proprio confine meridionale, ed il coordinamento dei rapporti e le attività con tutte le organizzazioni internazionali e non governative che operano in tale area. L’hub potrà, inoltre, supportare in caso di crisi o guerra il comando NATO responsabile per la condotta delle operazioni in quest’area e fornire il proprio supporto in termini informativi al ciclo di pianificazione dell’Alleanza fino al vertice di SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe ). Da un punto di vista organizzativo, l’hub per il sud potrebbe essere comandato da un alto ufficiale a 2 stelle, ma ancora nulla è stato deciso in merito.