RIVISTA ITALIANA DIFESA
Yemen: un Vietnam anche in mare 01/02/2017 | Giuliano Da Frè

Per l’Arabia Saudita la guerra nello Yemen si fa calda anche in mare. Pochi giorni fa avevamo ricordato come il conflitto nella travagliata ex Arabia Felix si fosse ormai trasformato in un autentico Vietnam per la coalizione guidata dall’Arabia Saudita, che dal marzo 2015 appoggia con un massiccio, sofisticato e costoso dispositivo militare (supportato dagli Stati Uniti, intervenuti contro una base di Al Qaeda il 28 gennaio, col primo raid – e le prime perdite: un SEAL ucciso e un OSPREY precipitato – dell’era Trump) il traballante regime del Presidente Mansour Hadi, installato ad Aden. Il 31 gennaio, dopo i tanti guai e le centinaia di perdite subite dall’Esercito e dall’Aeronautica saudite, è toccato alla flotta. Un attacco, lanciato con almeno 3 barchini, ha infatti provocato gravi danni a una delle 4 fregate classe AL MADINAH (di produzione francese), in servizio con la Marina Saudita dal 1985-1986. L’attacco è stato lanciato dalle milizie Houthi al largo del porto yemenita di Hodeida, nel Mar Rosso, a nord del vitale stretto di Bab el Mandeb. Nella prima metà di ottobre questo delicato scacchiere era già stato teatro di combattimenti navali più o meno asimmetrici: prima quando era stata colpita e quasi distrutta la nave appoggio SWIFT-2, armata dagli Emirati Arabi Uniti a supporto delle proprie truppe. Poi, quando nel mirino delle batterie missilistiche controllate dagli Houthi e dai regolari dell’ex Presidente Saleh (che di fatto dominano il vecchio Yemen del Nord) erano finiti i caccia americani MASON e NITZE (classe ARLEIGH BURKE-Flight IIA) e la nave appoggio PONCE, che avevano replicato colpendo con missili cruise siti radar e postazioni nemiche. In un primo momento, anche l’attacco alla fregata saudita, inquadrata nella Flotta Occidentale, era stato attribuito a un missile antinave. Ma l’analisi delle immagini e le testimonianze, parlano di un assalto lanciato da 3 barchini (dai quali forse sono comunque stati sparati colpi di lanciagranate), uno dei quali ha colpito l’unità a poppavia, all’altezza del ponte di volo, ma senza coinvolgere a quanto sembra l’elicottero AS.565 PANTHER in dotazione a queste navi. Ufficialmente, non si parla di danni gravi: un comunicato di Ryad, pur confermando le perdite tra l’equipaggio (2 morti e 3 feriti), ha sottolineato che l’incendio è stato domato, e che la nave ha proseguito la crociera di pattugliamento, cooperando anzi all’inseguimento degli altri 2 barchini. Il video messo in rete dagli Houthi sarebbe stato modificato per spettacolarizzare l’azione, che in realtà avrebbe quindi provocato pochi danni, sebbene le AL MADINAH siano piccole fregate realizzate in anni in cui si privilegiavano leghe leggere all’acciaio e alle blindature aggiuntive in kevlar. Appare quindi probabile che l’unità sia poi rientrata per riparazioni alla base di Jeddah, dove è dislocata la Flotta Occidentale. Con ormai oltre 30 anni di servizio sulle spalle, le AL MADINAH dal 2013 sono oggetto di un programma di ammodernamento.


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