Lo scorso 13 dicembre l’Aeronautica saudita ha ricevuto il primo lotto di F-15SA (SAUDI ADVANCED) dei velivoli ordinati alla fine del 2011 in base ad un mega contratto - del valore di 29,4 miliardi di dollari - che ha consentito, insieme al recente ordine qatariota, di mantenere attiva la linea di produzione dell’EAGLE vicina alla chiusura dopo il completamento degli ordini per Corea del Sud e Singapore. I 4 aerei, composti da un paio di F-15S refittati ed una coppia di velivoli nuovi di fabbrica, sono giunti nella base aerea di King Khalid/Khamis Mushayt dopo svariati rifornimenti in volo, effettuati prima da un KC-10A EXTENDER dell’USAF che ha seguito gli F-15 fino alla base RAF di Lakenheath, nel Suffolk, e successivamente da un A330MRTT saudita fino all’arrivo a Khamis Mushayt. Sebbene, ad oggi, ancora non si siano avute conferme ufficiali della consegna, né da parte della Boeing, né da Riyadh, l’arrivo dei nuovi F-15 sauditi è stato abbondantemente documentato, così come è noto che ai 4 apparecchi già consegnati se ne dovrebbero aggiungere altri 2 entro la fine del 2016. Come detto, l’ordine dei SAUDI ADVANCED risale al dicembre del 2011, quando il Regno ordinò 84 nuovi F-15SA, nonché il refit a tale configurazione per 68 F-15S già in servizio, con consegne previste tra 2015 e 2019. Tuttavia, alcuni problemi relativi allo sviluppo del programma di aggiornamento degli F-15S, tra cui i ritardi della Alsalam Aircraft – azienda saudita partecipata dalla Boeing con sede a Riyadh - nella consegna dei nuovi set di ali, nonché alcuni problemi di software legati alla compatibilità del sistema di controllo di volo DFBW (digital fly-by-wire) con la nuova configurazione avionica, hanno causato un rinvio delle consegne di circa 12 mesi. La variante degli F-15 sauditi rappresenta, ad oggi, quella maggiormente avanzata degli EAGLE da esportazione (probabilmente anche rispetto agli apparecchi israeliani), in attesa di conoscere nei particolari la configurazione dei caccia qatarioti... In particolare, gli F-15SA sono dotati di 2 nuovi hardpoints esterni – che passano dai 9 presenti sulla versione S ad 11 – che danno la possibilità di ampliare il payload dei sistemi d’arma imbarcabili. In realtà, tecnicamente i nuovi hardpoints non rappresentano una novità assoluta, essendo presenti su tutti gli EAGLE ed essendo destinati, secondo il progetto originario, ad accogliere i pod da contromisure elettroniche del TEWS (Tactical Electronic Warfare Suite), progetto poi abbandonato. Anche la componente avionica degli F-15SA risulta profondamente rinnovata con la presenza, in particolare, della nuova suite di auto protezione integrata BAE Systems Digital Electronic Warfare System/Common Missile Warning System (DEWS/CMWS), un abitacolo totalmente riprogettato e digitalizzato con nuovo HUD e schermi lcd multifunzione, sistema Joint Helmet Mounted Cueing, dispositivo di trasmissione dati Link-16, sistema IRST AN/AAS-42 “Tiger Eyes”, sensore elettro-ottico DB-110 e un nuovo radar AESA Raytheon APG-63(V)3, che sostituisce il precedente APG-70, garantendo un incremento superiore al 30% in termini di risoluzione angolare e portata. A ciò, si aggiunge la sostituzione del sistema propulsivo Pratt & Whitney F100-PW-229 con 2 General Electric F110-GE-129 che, uniti alla mancanza delle Conformal Weapons Bays e alla probabile maggior “radar assorbenza” dei velivoli USAF, rappresentano, di fatto, le uniche differenze tra i SAUDI ADVANCED e i SILENT EAGLE statunitensi. Secondo quanto previsto dall’Aeronautica saudita, gli F-15SA andranno ad equipaggiare 5 squadroni: 2 di stanza a Khamis Mushayt nel sudovest del Paese (6° e 55°, quest’ultimo dedicato alla conversione operativa), 2 presso la base King Abdulaziz/Dharhan (92° e Fighter Weapons School) ed uno di stanza a King Faisal/Tabuk nel nord-ovest (il ricostituito 29°, ex squadrone di TORNADO ADV).