RIVISTA ITALIANA DIFESA
ADRIAN: l'anti-drone di Elettronica 13/12/2016 | Andrea Mottola

Il 12 dicembre Elettronica ha presentato la nuova suite integrata antidrone ADRIAN presso l’Istituto Superiore della Polizia di Stato di Roma. Il sistema, sviluppato interamente con fondi dell’azienda e frutto della stretta collaborazione tra lo stabilimento romano del gruppo e quello tedesco di Elettronica GmbH con sede a Meckenheim, nasce in risposta all’esigenza di contrastare la minaccia proveniente dall’esponenziale diffusione di piccoli e mini droni impiegati in modo illecito o ostile. Il sistema ADRIAN - acronimo di Anti DRone Interception Acquisition and Neutralization – offre una soluzione pratica ed efficace per il contrasto a tale minaccia, in grado di essere utilizzata in aree densamente popolate (piazze, stadi, autostrade, aeroporti ed altri potenziali bersagli sensibili), riducendo quasi a zero il pericolo di danni a terra. ADRIAN è in grado di fondere i dati provenienti da sensori differenti (acustici, elettro-ottici e radar) per individuare, identificare e geo-localizzare tanto il velivolo ostile quanto l’operatore che lo gestisce e, grazie ad un’architettura altamente flessibile e modulare, può adattarsi a diverse esigenze operative: protezione di postazioni fisse, difesa di punto, controllo di grandi aree. Il dispositivo in configurazione basica è costituito da non meno di 5 sensori passivi Radio Control Interceptor (un’antenna di monitoraggio principale Omni DF più altre 4 poste ad una distanza minima tra loro di almeno 100 m) collegati, attraverso un algoritmo di data fusion, ad una Local Mission Control Station - ubicata all’interno di un van e gestita da un operatore singolo - a sua volta in collegamento diretto con una centrale operativa (Polizia, Vigili del Fuoco, enti aeroportuali ecc.). L’azione del sistema è suddivisa in 2 fasi: quella relativa all’identificazione e quella di jamming/neutralizzazione. La prima fase consiste nell’intercettazione del drone tramite i segnali che lo stesso invia in uplink e downlink al proprio sistema di controllo (radiocomando). ADRIAN intercetta questi segnali – immagazzinando i dati di bordo e la telemetria del drone intercettato – trasmessi in frequency hopping su 3 bande: 434 mhz (la meno utilizzata), 2,4 Ghz (utilizzo standard) e 5,8 Ghz. Dall’analisi del segnale si procede alla classificazione ed identificazione del drone – se presente nelle librerie – ed alla geo-localizzazione dello stesso. Quest’ultima avviene tramite l’utilizzo dei sensori Radio Control Interceptor con copertura a 360°, dotati di un sensore passivo, un’antenna Omni ed un ricevitore datalink con copertura di banda 20 Mhz/6 Ghz. Una volta che il sensore principale (Surveyor) da l’allarme, si effettua la sincronizzazione con gli altri 4 sensori passivi del sistema che, da quel momento, riceveranno lo stesso segnale e, attraverso il calcolo del TDOA (differenza del tempo di arrivo del segnale), viene effettuata la geo-localizzazione ed il tracking del drone ostile. Il sistema, che è in grado di identificare anche il momento in cui il drone effettua il “bidding” con il proprio radiocontrollo, prima ancora che si alzi in volo, ha una portata di 1,5 km che arrivano a 2 in caso di ambienti aperti. Una volta concluse le operazioni di identificazione del drone ostile, si passa alla fase di neutralizzazione tramite 3 tipi di contromisure rese possibili da un'antenna di jamming presente sul tetto del van. La prima prevede l’interdizione selettiva della comunicazione tra il drone ed il proprio radiocomando, il cosiddetto Radio Link Jamming, contromisura che può essere impiegata solo nel caso in cui il dispositivo sia presente nelle librerie del sistema. L’elemento distintivo di tale tipologia sta nel modo di neutralizzazione del drone ostile, che avviene tramite smart jamming operato in modo selettivo unicamente sul tipo di protocollo/segnale/frequenza utilizzato dal drone ostile (o droni multipli) - senza, quindi, andare a colpire quelli autorizzati - assumendone il controllo e forzandone l’atterraggio in un’area sicura, oppure, in casi estremi, causandone la caduta. Qualora il segnale del drone sia sconosciuto, esiste un tipo di jamming che emette una potenza leggermente superiore ed una forma d’onda generica che però ha la controindicazione di poter disturbare altre frequenze (ad es i segnali WiFi). Il terzo tipo di jamming (il GNSS spoofing) viene effettuato quando il drone ostile segue una traiettoria memorizzata (ad es., navigazione tramite supporto GPS/GLONASS). In quel caso si effettua lo “spoofing”, si vanno, cioè, a modificare i waypoint seguiti da un drone che naviga su una rotta prestabilita, senza che lo stesso se ne accorga, obbligandolo ad atterrare in un’area sicura. Al momento ELT sta utilizzando la Polizia di Stato come valutatore del sistema ADRIAN che, pur essendo ancora un dimostratore, nel caso di un cliente potrebbe essere ingegnerizzato e messo in produzione in circa 7/8 mesi. Il dispositivo è “ITAR free”, non avendo alcuna restrizione all’utilizzo in ambiti puramente commerciali – essendo, peraltro, basato su sensori facilmente disponibili sul mercato.


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