RIVISTA ITALIANA DIFESA
Trump shock sull'F-35 12/12/2016 | Pietro Batacchi

Oggi il Presidente eletto Trump ha twittato che i costi del programma F-35 sono fuori controllo e che miliardi di dollari potranno essere risparmiati nel campo delle spese militari dopo il 20 gennaio. Una dichiarazione shock che giunge in un momento certo non facile per il programma più vasto di tutta la storia aeronautica. Di recente il Pentagono ha concesso a Lockheed Martin il contratto provvisorio UCA (Undefinitized Contract Action) - che consente di avviare/proseguire le attività previste dal contratto definitivo e di liquidare parte del valore degli aerei - per la fornitura di altri 90 F-35. Si tratta del lotto di produzione a basso rateo n.10 (LRIP 10) che include 76 F-35A, 12 F-35B e 2 F-35C, di cui 1 F-35A ed 1 F-35B per l'Italia. Ancora, però, il contratto definitivo non è stato firmato e l'UCA prevede anche una serie di attività di ri/progettazione e per la risoluzione di alcune problematiche mostrate dal velivolo durante la fase di test. Questa dovrebbe concludersi nel 2017, con il rilascio della variante pienamente operativa di software, Block 3F, ma anche alla luce di questi interventi potrebbe slittare all'anno successivo. Ai primi di novembre, il Pentagono aveva "unilateralmente" concesso a Lockheed Martin il contratto per la fornitura di 57 F-35 (42 F-35A, 13 F-35B e F-35C) in assenza di un accordo sul prezzo dei velivoli; cosa che aveva fatto precipitare al livello più basso di sempre i rapporti tra Lockheed Martin e Pentagono. Nel frattempo, entro la fine dell'anno è previsto anche l'arrivo dei primi 2 F-35A dell'Aeronautica Militare ad Amendola. Tornando alle dichiarazioni di Trump, non è semplice immaginare adesso una radicale revisione del programma, anche per ovvie ragioni di tipo industriale ed operativo. Gli Americani, e i Paesi partner, hanno già investito nell'F-35 decine di miliardi di dollari e 3 linee di produzione sono attive: quella di Fort Worth, quella giapponese di Nagoya e quella italiana di Cameri. L'aereo ha già conseguito l'operatività iniziale con i Marines e l'USAF e oltre 300 piloti e più di 3.000 tecnici, americani e non solo, sono già stati formati. Detto ciò, è lecito attendersi una revisione della struttura e della governance del programma, per ottenere ulteriori risparmi rispetto a quelli già ottenuti nell'ultimo biennio, ma pensare a scenari diversi in queste condizioni, e senza alternative credibili, appare difficile in questo momento.


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