RIVISTA ITALIANA DIFESA
In Siria arriva la KUZNETSOV e non solo... 19/10/2016 | Andrea Mottola

Lo scorso 12 ottobre la portaerei russa ADMIRAL KUZNETSOV ha lasciato la base navale di Severomorsk per dirigersi al largo della Penisola di Kola dove ha atteso l’arrivo del suo gruppo di volo imbarcato, giunto nei 2 giorni successivi, per poi far rotta, dal 15 ottobre, verso il Mediterraneo Orientale. Il rischieramento della KUZNETSOV al largo delle coste siriane rappresenterà il primo reale dispiegamento operativo dell’unica portaerei russa, appena uscita da un periodo di revisione e sostituzione di alcune componenti minori. Oltre all’ammiraglia della Marina Russa, la task force della Flotta del Nord partita alla volta della Siria è composta da altre 7 navi: l’incrociatore lanciamissili a propulsione nucleare classe KIROV, PYOTR VELIKIY; 2 cacciatorpediniere ASW classe UDALOY I, SEVEROMORSK e KULAKOV; un un’unità di rifornimento classe BORIS CHILIKIN, la SERGEY OSIPOV; il rimorchiatore d’altura NIKOLAY CHIKER; 2 navi di supporto. Inoltre, lungo la rotta è probabile che al gruppo si aggiungerà un sottomarino a propulsione nucleare (probabilmente il KOSTROMA classe SIERRA-I) che al momento dovrebbe incrociare nel Mar del Nord tra Islanda, Scozia e Norvegia. Una volta giunta nel Mediterraneo, la task force verrà affiancata dal dispositivo navale già presente in teatro, in particolare dalla fregata ADMIRAL GRIGOROVICH dell’omonima classe, dalla fregata classe KRIVAK-II, la PYTLIVYY, dalle 2 corvette lanciamissili SERPUKHOV e ZELENYY DOL classe BUYAN-M, dalla corvetta classe NANUCHKA-III, MIRAZH, da 2 navi da trasporto anfibio (la TSEZAR KUNIKOV, classe ROPUCHA, e la NIKOLAY FILCHENKOV, classe ALLIGATOR), dal cacciamine IVAN GOLUBETS, da una coppia di unità "oceanografiche" (YANTAR e DONUZLAV) e da un altro sommergibile, portando a 20 le navi russe rischierate nel Mediterraneo Orientale. Tornando alle 2 corvette classe BUYAN-M, le navi in questione appartengono alla Flotta del Mar Nero di stanza presso la base navale di Sebastopoli, dalla quale sono salpate lo scorso 4 ottobre alla volta di un rischieramento permanente nel Mediterraneo. Attualmente le navi, che lo scorso 19 agosto hanno lanciato 3 missili cruise 3M-14 (SS-N-30 in codice NATO) KALIBR-NK contro alcune postazioni di Jabhat al-Nusra, risultano ancorate a Ceuta in Spagna e, verosimilmente, si uniranno alla task force della KUZNETSOV nel Golfo di Biscaglia - dove sono previste alcune esercitazioni - prima di rientrare nel Mediterraneo.

Una volta giunta nel Mediterraneo Orientale dove dovrebbe restare fino alla fine di gennaio, prima di sottoporsi ad un nuovo refit che prevede la sostituzione totale del rivestimento del ponte di volo, degli hangar e dei sistemi d’arma difensivi, nonché il sistema di arresto dei velivoli, (mentre non trovano ancora conferma le voci sulla sostituzione delle caldaie e relative turbine a vapore dell’apparato propulsivo con un reattore nucleare) la KUZNETSOV coordinerà le operazioni del proprio gruppo di volo con il dispositivo aereo russo di stanza, ormai permanentemente, presso la base siriana di Hmeimim/Jableh.

La portaerei russa può contare su un gruppo di volo imbarcato costituito da 10 caccia multiruolo Su-33 FLANKER-D appena aggiornati con nuovo sistema di targeting per ordigni a caduta libera SVP-24 Gefest e armati con missili aria-aria a breve raggio R-73 e a medio raggio R-27 nelle missioni di scorta e pattugliamento, almeno 4 MiG-29KR/KUBR armati con bombe a frammentazione FAB-500M-54 ed una dozzina di velivoli ad ala rotante tra cui almeno un paio di elicotteri d’attacco Ka-52K, al debutto operativo nella nuova variante navalizzata dell’ALLIGATOR (inizialmente prevista per operare a bordo delle navi d’assalto anfibio classe MISTRAL), equipaggiati con serbatoi ausiliari da 550l, oltre agli abituali Ka-27PL ASW e PL SAR e Ka-31 AEW.

Va da sé che, lunga la rotta che lo porterà al largo delle coste siriane, il Carrier Battle Group (CBG) della KUZNETSOV verrà attentamente osservato dalle forze aeronavali occidentali. Nelle abituali attività di monitoraggio e sorveglianza NATO, attività che avvengono ogni qualvolta una nave militare di un paese non appartenente all’Alleanza entra nello spazio marittimo della stessa, sono impegnati diversi mezzi aeronavali della NATO impegnati nell’esercitazione JOINT WARRIOR al largo della costa occidentale della Scozia. In particolare vengono impiegati 3 velivoli da pattugliamento marittimo CP-140 AURORA canadesi ed altrettanti 3 P-8A POSEIDON della Marina americana, temporaneamente rischierati presso la base della RAF di Lossiemouth. La Marina britannica è presente con una fregata TYPE 23, la RICHMOND, ed un cacciatorpediniere TYPE 45, il DUNCAN, mentre la RAF partecipa con un velivolo ELINT RC-135 RIVET JOINT e una QRF composta dai caccia TYPHOON presenti a Lossiemouth, dei quali uno è partito la notte tra il 17 ed il 18 ottobre per uno “scramble” ai danni di un Su-33 decollato dalla KUZNETSOV. Ai mezzi dell'Alleanza impegnati nella JOINT WARRIOR, vanno aggiunti i velivoli P-3C ORION del 333° Squadron dell’Aeronautica e la fregata AEGIS FRIDTJOF NANSEN della Marina norvegese, che hanno seguito la Task Force russa lungo la costa norvegese, sostituiti dalle navi della Royal Navy (alle 2 già citate si aggiungerà un altro cacciatorpediniere TYPE 45, il DRAGON, che attende la KUZNETSOV all'altezza della Manica) e dalla fregata classe DOORMAN, LEOPOLD I, della Marina belga, lungo la cui costa naviga in queste ore il CBG della KUZNETSOV.

Per quanto ufficialmente la Marina russa dichiari che la missione della task force sia quella di garantire la presenza della flotta russa in aree di particolare interesse e di salvaguardia della sicurezza del traffico marittimo e di tutti gli altri tipi di attività economiche marittime russe, risulta evidente che l’invio del CBG della KUZNETSOV ha un enorme valore sia strategico che simbolico. In primis, il rischieramento della task force servirà ad aumentare l’air power - una trentina di velivoli in più su cui contare tra caccia (14/15) ed elicotteri (16/18) – e la potenza di fuoco a disposizione delle forze russe nella guerra siriana. In secondo luogo, la presenza di una dozzina di navi di tali dimensioni e capacità nel bel mezzo del Mediterraneo centro-orientale, rappresenta sia un ulteriore fattore di deterrenza contro azioni potenzialmente ostili del dispositivo militare occidentale presente in teatro, sia un chiaro messaggio alla NATO riguardo alla “riconquista” russa del pieno accesso all’area mediorentale e mediterranea che conclude un processo avviato da Putin nel 2013 con la ricostituzione della flotta Mediterranea della Marina russa e con la fase di riavvicinamento diplomatico con diversi stati chiave della regione (Algeria, Cipro, Egitto ed Iran). Del resto, la proiezione di potenza e la difesa dell’interesse nazionale tramite lo strumento navale rappresenta un assioma ampiamente dimostrato dagli Stati Uniti nei vari conflitti/crisi internazionali che si sono succeduti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Con l’invio del CBG della KUZNETSOV, e delle navi che le si affiancheranno nel Mediterraneo, la Russia vuole dimostrare di poter competere a pieno titolo con le potenze mondiali (USA, GB e Francia) anche nella proiezione di tale potenza.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE