RIVISTA ITALIANA DIFESA
Rappresaglia dell'US Navy nello Yemen 13/10/2016 | Giuliano Da Frè

Si scalda il fronte navale, nella guerra dello Yemen. Dopo l’attacco lanciato dalla coalizione formata dagli insorti Houthi con l’ex Presidente Saleh, che il 1° ottobre ha quasi distrutto la nave appoggio SWIFT-2, affittata dagli Usa alla Marina degli Emirati Arabi Uniti (colpita da un missile controcarro o da un missile da crociera leggero), domenica 10, e poi di nuovo il 12 ottobre, era toccato a navi della US Navy, di finire nel mirino delle batterie ribelli. Nella fattispecie, domenica 2 missili antinave di modello imprecisato erano stati sparati in direzione del cacciatorpediniere MASON, che assieme al gemello NITZE (entrambi appartengono alla classe ARLEIGH BURKE, versione Flight IIA) e alla nave appoggio PONCE incrociava nello stretto di Bal-el-Mandeb, all’imboccatura del Mar Rosso. Il MASON aveva a sua volta sparato 3 missili ESSM, che avevano intercettato uno degli ordigni, mentre il secondo finiva fuori rotta, ed esplodeva in acqua a qualche centinaio di metri dal caccia americano. L’attacco di mercoledì ha ricalcato lo stesso schema, con un duello tra missili antinave e anti-missile conclusosi senza danni per il MASON. Washington e gli alleati hanno sempre sostenuto che non sarebbero state tollerate minacce alla libera navigazione nello strategico stretto di Bal-el-Mandeb, uno dei choke-point più affollati e vitali del mondo, porta meridionale al canale di Suez. E nelle prime ore di giovedì 13 è così scattata la rappresaglia, quando il NITZE, sempre coperto dal MASON, ha lanciato missili land-attack a lungo raggio TOMAHAWK contro 3 siti radar nemici, distruggendoli, e presumibilmente “accecato” le batterie costiere che nei giorni scorsi avevano ingaggiato le navi che incrociavano nel Mar Rosso. La cosa certa, è che ormai il dimenticato conflitto yemenita sta invece progressivamente allargandosi, sul piano politico e militare, con la coalizione a guida saudita impantanata in un Vietnam delle sabbie (ma con lo stesso territorio del potente regno arabo interessato dalle profonde incursioni delle milizie yemenite), e la navigazione lungo alcune delle rotte più strategiche del mondo posta a rischio dalle operazioni belliche, nel Mar Rosso, e dalla tensione tra Teheran e Ryad, che hanno posto in allerta le flotte, minacciando rappresaglie in caso di incidenti.


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