Al momento non ci sono rivendicazioni per il rapimento dei 2 dipendenti della CONICOS, Bruno Cacace e Danilo Calonego, ed un Canadese, avvenuto ieri a Ghat, cittadina nell'estremo sud-ovest libico al confine con l'Algeria. I 2 lavoravano alla manutenzione dell'aeroporto della città, tradizionale meta turistica e sede di un festival della cultura locale. Siamo nel cuore di una vasta area che si estende dalla Libia al Mali, passando per Niger e sud dell'Algeria, abitata dalle tribù berbere dei Tuareg. Alleati in questa fase del Governo di Tripoli, i Tuareg controllano l'area e almeno una delle grandi direttrici dei traffici che dipanandosi dal Sahel risalgono su fino alla Libia. A queste latitudini si traffica di tutto: dagli esseri umani, alle sigarette passando per la coca che dal Sudamerica "sbarca" in West Africa e poi prende la strada del Sahel per raggiungere il Nordafrica e da qui Spagna e Italia. Ma questa è storicamente un'area bazzicata pure da Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI) e dagli scissionisti di Al Mourabitoun guidati dal leggendario Mokrtar Belmokhtar, la cui sorte non è mai stata ufficialmente chiarita. Entrambe le organizzazioni sono responsabile anche nel recente passato di sequestri di persona ai danni di cittadini occidentali ed sono dedite, soprattutto Mourabitoun, a traffici e contrabbandi di ogni genere. Diverso il discorso riguardante lo Stato Islamico. Finora, questa non è stata zona per gli uomini di Baghdadi che hanno privilegiato l'area centrale del Fezzan, in particolare la cerniera tra la zona d'influenza dei Tuareg e quella dei rivali Tebu, per infiltrarsi attorno ad Hon, capoluogo del distretto di Giofra tra Sirte e Sebha, dove in passato erano stati segnalati campi di addestramento per accogliere e formare combattenti provenienti dal Sahel e dal Senegal e uomini di Boko Haram. Con la sconfitta di Sirte, la situazione potrebbe cambiare e ciò che resta di IS in Libia potrebbe anche penetrare nelle aree tuareg, ma la momento non se ne ha notizia.