RIVISTA ITALIANA DIFESA
Un nuovo bombardiere strategico per Pechino 07/09/2016 | Giuliano Da Frè

Dopo l’avvio del rinnovamento della linea di aerei da combattimento multiruolo e tattici, con la realizzazione anche di velivoli di 5ª Generazione, il Governo cinese ha ufficialmente annunciato l’intenzione di modernizzare anche la componente d’attacco strategica. Da anni si rincorrevano le voci di un progetto avveniristico, mirato a sostituire i bombardieri a lungo raggio Xian H-6, versione cinese del Tu-16 BADGER sovietico, in produzione nelle fabbriche di stato cinesi sin dal 1959. Attualmente, l’Aeronautica Cinese (PLAF) e L’aviazione Navale schierano tra i 150 e i 200 H-6, in varie versioni, per lo più costruite a cavallo tra anni ’80 e ’90, o più anziane, ma modificate con radicali upgrade. Resta il fatto che la componente aerea strategica di Pechino (anche nucleare) è incentrata su un velivolo nato all’inizio della Guerra Fredda. E per supportare la propria “guerra fredda” con Washington, il Governo cinese ha deciso, nei giorni scorsi, di svelare un nuovo tassello della sua Aeronautica del XXI secolo. Pochi i dettagli relativi al nuovo velivolo, del quale girano alcuni rendering che mostrano una linea elegante e relativamente stealth, nonostante i motori alloggiati in 2 vistose gondole dorsali, e che potrebbe essere indicato come H-20 (o H-X), dopo che negli anni ’70 era stato cancellato l’H-8, destinato a sostituire i più anziani H-6. Al “China Daily” il Generale Ma Xiaotian, Comandante della PLAF dal 2012, si è limitato a dare l’annuncio del nuovo progetto, durante un open day dedicato alle forze aeree: “Stiamo sviluppando un bombardiere a lungo raggio di nuova generazione, dalle caratteristiche avanzate”, ha spiegato Ma. L’annuncio pone fine a una ridda di ipotesi (che avevano anche compreso lo sviluppo di un velivolo non pilotato) in circolazione da anni, anche se secondo alcune fonti il progetto era già stato ufficializzato, a livello istituzionale, nel giugno 2015. Già l’anno scorso era peraltro stata confermata la capacità della versione K dell’H-6 (in servizio però in meno di 20 esemplari) di impiegare missili da crociera a lunga portata, in grado di colpire anche l’Australia, mentre venivano aumentate le capacità degli apparecchi in dotazione alla Marina per pattugliare le isole rivendicate da Pechino nell’ambito della strategia del “filo di perle”. Su RID di ottobre seguiranno ulteriori approfondimenti.


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