Martedì 26 luglio è stato presentato il Quaderno dello IAI “I velivoli a pilotaggio remoto e la sicurezza europea. Sfide tecnologiche e operative” redatto da Alessandro R. Ungaro e Paola Sartori, ricercatori IAI, durante un convegno organizzato dal medesimo Istituto dal titolo “I velivoli a pilotaggio remoto: una nuova frontiera per la protezione e la sicurezza”. “Siamo alla preistoria e ci aspetta un sviluppo straordinario”. Con queste parole il Generale Vincenzo Camporini, Vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali, ha aperto e moderato la conferenza a cui hanno preso parte il Segretario Generale della Difesa/Direttore Nazionale Armamenti (SGD/DNA) Gnerale Carlo Magrassi, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Generale Enzo Vecciarelli, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, e il Direttore per lo sviluppo dei mercati e del business di Leonardo-Finmeccanica Giovanni Soccodato. Le conclusioni sono state affidate al contributo per iscritto del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. La presentazione dello studio si è concentrata su alcuni aspetti dello studio IAI: le potenziali applicazioni dei velivoli a pilotaggio remoto in ambito civile e di sicurezza; i principali aspetti e vulnerabilità dei sistemi APR nel dominio cibernetico e, infine, le prospettive di mercato e sviluppo tecnologico nonché l’integrazione di questi sistemi nello spazio aereo non segregato e la capacità di operare in ambiente ATM. Subito dopo l’intervento di presentazione della ricerca, ha preso la parola Giovanni Soccodato, il quale ha evidenziato i 3 usi principali degli APR: quello delle operazioni militari, degli interventi umanitari/peace-keeping (anche in ambito onusta) e degli usi non strettamente militari quali soccorso, monitoraggio ambientale, sorveglianza, ecc. Soccodato ha però ribadito che a livello europeo la mancanza di fondi mirati non ha consentito, ad oggi, un pieno sviluppo del segmento APR, mostrando anzi un quadro fortemente frammentato. Per questo motivo, occorre che l’Europa attui subito maggiori investimenti per velivoli sempre più autonomi e differenziati. Alla luce di quanto esposto, Leonardo si impegna a portare avanti ricerche e attività in questo settore, in un’ottica di robotizzazione di tutti gli ambiti applicativi. Come anche la pubblicazione ha evidenziato, le macchine sono e saranno tanto più intelligenti quanto più consistente sarà lo sforzo di ricerca e sviluppo da parte del comparto industriale e non solo. Carlo Magrassi ha successivamente posto l’attenzione sul fatto che gli APR si inseriscono nell’era dell’“Internet of Things” (IoT), della rete applicata alle cose. La pervasività nella cosiddetta quinta dimensione che questi strumenti comportano mette in luce tanto le opportunità quanto le sfide di tale progresso. Ecco perché secondo Magrassi “o il sistema sarà mondiale, con garanzie di sicurezza che tutti dovranno rispettare, o non sarà”. In un mondo in cui “il nemico non viene più dal confine, ma può materializzarsi in ogni dove”, tra i temi che andranno affrontati c’è sicuramente quello delle assicurazioni, delle certificazioni e della privacy, ossia aspetti da dovranno essere risolti per assicurare l’inserimento in sicurezza di questi velivoli nello spazio aereo generale. Nell’ottica di quanto appena sostenuto, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha osservato che un’attività inizialmente di nicchia, quella dell’impiego degli APR, si è evoluta a tal punto da essere fortemente presente nella quotidianità. Ecco perché bisogna governare questo cambiamento, definire le regole di ingaggio dei diversi ambiti, evitando sovrapposizioni e puntare al coordinamento dell’uso dei droni. Inoltre, secondo il Capo della Protezione Civile, dal momento che ci si muove verso un amplissimo ventaglio di strumenti che interagiscono tra di loro - APR, strumenti satellitari, terrestri, marini, ecc. – sarà fondamentale saper gestire questa enorme massa di informazioni provenienti da tali sistemi e soprattutto poter disporre di un dato integrato. Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Vecciarelli, che ha espresso l’esigenza di “un approccio olistico, multidisciplinare e multidimensionale” circa il tema degli APR. In particolare, l’Aeronautica - che ha mostrato interesse e specializzazione aprendo altresì un Centro di Eccellenza ad Amendola (Foggia) - è consapevole sia delle opportunità che delle criticità, connesse essenzialmente al tema delle interferenze e alla gestione futura dello spazio aereo, mettendo in luce come il concetto di difesa aerea classica sia destinato a cambiare profondamente. Infine, il convegno si è concluso col contributo per iscritto del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, attraverso il quale è stato sottolineato come la materia sia di profondo interesse del Governo, come dimostrato dal tavolo tecnico istituito dalla Presidenza del Consiglio nel 2015 allo scopo di sviluppare sinergie a livello nazionale, “fare sistema” e incentivare tutte quelle eccellenze nazionali che l’Italia è in grado di garantire e sostenere.
* Ricercatore, Programma Sicurezza e Difesa dello IAI