RIVISTA ITALIANA DIFESA
La riduzione della linea carri dei Marines 02/08/2016 | Marco Giulio Barone

Lo USMC (United States Marine Corp) ha visto la riduzione della propria linea carri ad un livello critico. Nei prossimi mesi i rischieramenti all’estero aumenteranno di numero e consistenza, e l’assottigliata linea carri fatica sempre di più ad ottemperare anche alle attività addestrative. Lo USMC dispone oggi di 2 battaglioni corazzati attivi, il 1st Tank Battalion basato sulla costa occidentale (North Carolina) e il 2nd Tank Battalion, sulla costa orientale (California), cui si aggiunge il 4th Tank Battalion della Riserva (California). Il compito primario delle 2 unità operative è fornire la pedina corazzata alle 7 MEU (Marine Expeditionary Unit), di solito un plotone carri, ma all’occorrenza possono agire organicamente a supporto di una MEF (Marine Expeditionary Force). Fino all’inizio del 2015 i 2 battaglioni erano gemelli ed erano strutturati su 4 compagnie, equipaggiate con un totale di 58 M1A1 ABRAMS, e un reparto anticarro su 26 HUMVEE con lanciatore TOW. Oggi il 1st Tank Battalion rimane a pieno organico, invece il 2nd ha perso 2 compagnie e la componente anticarro ed ha appena 30 carri in organico. La compagnia Charlie è stata disattivata proprio mentre veniva lanciata la ERI (European Reassurance Initiative), la quale ha comportato un ulteriore turno di rotazione di un plotone a Novi Selo, area addestrativa bulgara. Secondo il Colonnello Robert Bodisch, Comandante del 2nd Tank Battalion, la penuria di carri si ripercuoterà sulla possibilità di provvedere la pedina corazzata alle 22nd, 24th e 26th MEU e sulla qualità dell’addestramento. In effetti, la rotazione dei plotoni avviene su base ternaria e coinvolge un’intera compagnia: un plotone al fronte, uno di ritorno dal fronte e uno in addestramento. Secondo le esigenze delle MEU, il battaglione si può trovare ad avere fuori sede 4 plotoni su 6, facendo saltare tutti gli schemi. In particolare, per le attività addestrative a livello di compagnia e a livello di battaglione si dovrà attingere al 1st e al 4th Tank Battalion, sbilanciandoli a loro volta. Ai problemi organizzativi si aggiungono quelli logistici ed economici. L’età media degli ABRAMS dei Marines è di 14 anni, la loro vita utile residua è stimata in ulteriori 34. Ma un minor numero di carri con impegni crescenti significa un’usura maggiore della linea, la cui dismissione è prevista solo nel 2050, parallelamente alla linea carri dell’Esercito. Oltretutto i carri dei Marines non possono essere portati allo standard M1A2 SEP in servizio nell’Esercito per motivi operativi. Gli M1A1 devono operare al fianco delle forze anfibie e quindi non possono eccedere le capacità di carico di LCU (Landing Craft Unit) ed LCAC (Landing Craft Air Cushioned). Le versioni più aggiornate dell’ABRAMS, invece, pesano oltre 70 tonnellate. Per ovviare all’inconveniente, gli M1A1 sono stati sottoposti solo ad aggiornamenti che non modificassero troppo il peso complessivo, in particolare le sospensioni, il motore, la corazza della torre, i visori notturni e il data link. Inoltre, numerosi alti ufficiali dei Marines sottolineano che negli ultimi 15 anni gli impieghi operativi si sono moltiplicati, mentre il budget si è ridotto, in particolare la voce dedicata all’ammodernamento costante delle forze (25% in meno dal 2011 al 2015). Di conseguenza alcune linee, come quella carri, sono state ridotte per l’impossibilità di aggiornare tutti i mezzi, ma devono ottemperare ad oneri maggiori. Oggi si riesce ancora a svolgere tutti i compiti assegnati, ma i Marines temono di non essere in grado di garantire la piena operatività in futuro, specialmente se si aprissero ulteriori fronti, possibilità tutt’altro che remota.


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