RIVISTA ITALIANA DIFESA
Problemi per i MiG-29K della Marina Indiana 12/07/2016 | Andrea Mottola

Secondo quanto trapela da diverse fonti della Marina indiana, pare che esistano alcuni problemi che riguardano il caccia multiruolo navale MiG-29K/KUB (FULCRUM-D secondo l’identificazione NATO), nonché alcune difficoltà legate alle operazioni degli stessi sulla portaerei VIKRAMADITYA. Sembra che i problemi riguardino, in primis, le difficoltà che il Governo di Nuova Delhi sta trovando nel ricevere, dall’azienda russa RSK-MiG, un velivolo completo di tutte le caratteristiche previste in base ai contratti di vendita firmati nel 2004 e nel 2010 (2,24 miliardi di dollari complessivi per 45 velivoli, 33 monoposto MiG-29K e 12 biposto MiG-29KUB, dei quali 38 consegnati). Il primo accordo, infatti, venne firmato nel 2004 e prevedeva l’acquisizione di 16 MiG-29K, consegnati nel 2009, per 525 milioni di dollari, aerei che sarebbero andati a formare il gruppo di volo della VIKRAMADITYA. Nel 2010, poi, la Marina indiana siglò un nuovo contratto per ulteriori 29 apparecchi del valore di 1,72 miliardi di dollari, le cui consegne sono partite nel 2012 e dovrebbero concludersi nel 2017. Questi aerei saranno destinati al gruppo di volo della nuova portaerei VIKRANT che dovrebbe entrare in servizio nel 2018. Tornando ai problemi accennati, questi sono stati segnalati  in seguito alla visita di alcuni ufficiali indiani presso la base navale di Hansa/Goa, dove vengono effettuati i test di volo dell’aereo, nonché la formazione degli equipaggi indiani, visita durante la quale gli ufficiali hanno notato come dal 2014 i FULCRUM-D venissero consegnati in versioni “sottopotenziate” ed incomplete rispetto alla configurazione prevista, necessitando di interventi successivi da parte del personale tecnico indiano per aggiornarli e renderli “combat ready”. Secondo quanto riferito da alcuni tecnici indiani, il problema nasce dall’embargo disposto nel 2014 dall’Ucraina, che fornisce alcune delle componenti avioniche del MiG-29K/KUB (come ad esempio, gli oscillatori al quarzo e i moduli LNA per il radar AESA Zhuk-AE prodotti dalla Phazotron-Ukraine), nei confronti di qualsiasi esportazione di armamenti alla Russia. Di conseguenza, dato che da quel momento la Russia non è stata più in grado di incorporare tali componenti sui MiG-29K destinati alla Marina indiana, Nuova Delhi si è vista costretta ad importare direttamente  sistemi e sotto-sistemi che differenziano il MiG-29K indiano dalla configurazione del FULCRUM navale in dotazione alla Marina russa, il MiG-29KR, nel quale le componenti indiane (sistemi RWR Tarang Mk3), o di produzione straniera (come il GPS Sigma-95N o il sistema di tracking TopSight montato sul casco di origine francese, o il sistema ECM israeliano EL/L-8222), sono sostituite da sistemi prodotti in Russia. In seguito all’importazione, le componenti sarebbero dovute successivamente essere integrate sui MiG-29K indiani direttamente nella base di Goa, eventualità ovviamente non prevista dal contratto siglato tra India e Russia. Altro problema, più prettamente tecnico, è che gli indiani stanno trovando diverse difficoltà nell’integrazione delle componenti elettroniche di provenienza straniera con la suite avionica dei velivoli. E’ verosimile ritenere che tali difficoltà possano causare ritardi nell’entrata in servizio dei restanti MiG-29K/KuB i quali, dopo la cerimonia di addio riservata ai 12 SEA HARRIER ancora in servizio, avvenuta lo scorso maggio, restano gli unici caccia dell’aviazione navale di Nuova Delhi. I problemi descritti, inoltre, stanno alimentando una polemica mai sopita riguardo alla scelta di acquisire i FULCRUM rispetto ai più moderni e performanti (ma anche più grossi e di difficile gestione sul ponte della VIKRAMADITYA) SU-33, inizialmente presi in considerazione. Una scelta dettata, con ogni probabilità, dalla presenza dei MiG-29 in seno all’Aeronautica indiana già dal 1985, e dalla conseguente facilità nella manutenzione del velivolo. Come accennato in precedenza, inoltre, la Marina indiana ha manifestato qualche perplessità anche riguardo alla portaerei VIKRAMADITYA, ex ADMIRAL GORSHKOV russa ceduta all’India per 2,35 miliardi di dollari, ed entrata in servizio nella Marina indiana nel maggio 2014. La portaerei indiana, in realtà, nasce come ex incrociatore classe KIEV, ricostruito e modificato dall’azienda russa Sevmash in portaeromobili di tipo STOBAR - Short Take-Off But Arrested Recovery, con decollo che avviene tramite utilizzo di trampolino prodiero ed atterraggio che prevede l’utilizzo di cavi d’arresto. Il fatto è che proprio la classe di provenienza della VIKRAMADITYA non la rende perfettamente adeguata alle normali operazioni che avvengono sulle portaerei. Nello specifico, la nave non è equipaggiata con una barriera d’emergenza adeguata per l’arresto dei velivoli in caso di problemi ai cavi della nave o del gancio d’arresto dei MiG-29. Tornando, infine, ai problemi dei MiG-29K/KuB indiani, ad onor del vero va riconosciuto un dato oggettivo: non è la prima volta che il cliente indiano impone la sostituzione di apparati presenti sui sistemi d’arma nella loro configurazione base, con componenti stranieri, lamentandosi successivamente di problemi su piattaforme che, al contrario, altri operatori trovano soddisfacenti.


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