RIVISTA ITALIANA DIFESA
Industria e Sistema Paese 06/07/2016 | Andrea Mottola

Il 5 luglio si è svolto, presso il Centro Alti studi della Difesa, il convegno organizzato dall’AIAD sullo stato di avanzamento del sistema industriale della difesa per il Sistema Paese. La discussione è stata moderata dal Segretario Generale dell’AIAD, Carlo Festucci, ed è stata introdotta dal Presidente del CASD, Generale Massimiliano Del Casale, seguito dagli interventi del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Claudio Graziano, del Presidente dell'AIAD, On. Guido Crosetto, dell’AD di Leonardo-Finmeccanica, Ing. Mauro Moretti e del Segretario Generale della Difesa, Generale Carlo Magrassi. Al centro del dibattito lo studio, realizzato da Prometeia, teso ad analizzare e valutare i contributi che derivano all’economia del Paese dalle attività delle principali imprese del comparto per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza. Una testimonianza importante per sottolineare ancora una volta, in modo oggettivo e concreto, il ruolo che queste aziende svolgono all’interno del sistema economico, sociale e della ricerca nazionale. Significative e ad alto valore aggiunto sono infatti le ricadute che si generano, a vantaggio anche di altri settori economici, grazie soprattutto alle attività di R&S. La discussione ha evidenziato altresì l’esigenza, al fine di valorizzare le eccellenze italiane del settore e poter competere sui mercati internazionali, di alcuni punti fondamentali, quali: l’approvazione di una legislazione che consenta l’attuazione agli accordi tra governi (G2G) con l’ausilio di una struttura ed una normativa dedicata; la possibilità di disporre di una struttura finanziaria che consenta il supporto all’export, come già avviene nei principali Paesi nostri competitors (Francia, Germania e Regno Unito); la necessità di risolvere le criticità derivanti sia dall’eccessiva burocratizzazione della disciplina, seguendo quanto stabilito dalla Legge 185/90, che dall’onerosa tariffazione imposta a carico delle aziende; infine, la possibilità di poter contare sulla garanzia di una pianificazione certa e continuativa delle risorse a sostegno delle attività di R&S. Dopo l’introduzione del Gen. Del Casale, che ha parlato di “risultati incoraggianti dell’industria della difesa italiana e del contributo fondamentale delle imprese del settore alla crescita economica e all’innovazione tecnologica del Paese”, la parola è passata alla Dott.ssa Alessandra Lanza che ha presentato il primo stadio d’avanzamento dello studio sul settore condotto da Prometeia, partito lo scorso anno. In particolare, è emerso come il settore aerospazio e difesa alimenti una filiera d’eccellenza a livello industriale cresciuta, nell’ultimo quadriennio, grazie all’andamento maggiormente dinamico dell’export (9,526 miliardi di euro nel 2015 su una produzione di 13,942 totali) che rappresenta più dei 2/3 del mercato e pur soffrendo, nell’ultimo anno, nel mercato domestico. Secondo i dati, le imprese del settore AD&S occupano direttamente e sostengono lungo tutta la filiera circa 159.000 occupati, generano in Italia 11,6 miliardi di euro di valore aggiunto, che rappresenta lo 0,8% del PIL, e garantiscono 4,9 miliardi di euro di entrate allo Stato. Alla luce di questi dati, l’ On. Crosetto ha sottolineato come lo studio definisca una “fotografia positiva”, riguardo allo stato di salute del settore: “Nel 2015 9,5 miliardi di esportazioni, e secondo le stime il 2016 sarà migliore”. Il problema – ha proseguito Crosetto – è che l’industria del settore “dipende quasi esclusivamente dal Paese e dall’importanza che lo Stato attribuisce alle FA e al settore difesa”. A sostegno di tale tesi, il Presidente dell’AIAD ha citato l’esempio francese della Dassault, quando l’azienda “si trovò in difficoltà, e il Governo francese decise di sostenerla, ordinando aerei di cui non aveva bisogno perché reputavano strategica quell’industria per il Paese”. Per l’Italia risulta “difficile competere sul mercato senza strumenti finanziari idonei e con blocchi burocratici e legislativi tipici del sistema italiano e inesistenti nei Paesi nostri concorrenti”. Anche Moretti ha parlato dei problemi che affliggono il settore e dei gap ancora da colmare, tra cui quello della produttività che, nonostante “il grande balzo degli ultimi anni, resta dietro a molti competitor, o la remunerazione del capitale investito nel settore” altro punto critico evidenziato dall’Amministratore Delegato di Leonardo-Finmeccanica, assieme ai problemi legati alla qualità dei prodotti ed alla “supply chain”. Nel suo intervento, il Gen. Magrassi ha parlato del Libro Bianco e della necessità di recepire pienamente i suoi concetti fondamentali, “cercando di massimizzare gli aspetti duali delle piattaforme richieste dallo Stato Maggiore ed evitando di andare ad acquistare off-the-shelf prodotti stranieri perché i nostri non sono pronti”. Anche Magrassi ha posto l’accento sulla necessità di un “supporto alle esportazioni che sia sostenibile e, in tal senso, l’attuale struttura del modello “G2G” italiano manca ancora della possibilità di vendita diretta tramite il Ministero della Difesa, sufficiente a garantire sicurezza e serietà, necessitando dell’approvazione parlamentare, a differenza di quanto avviene in molti dei Paesi competitor dell’Italia. Il Gen. Graziano ha sottolineato l’assoluta centralità della definizione delle priorità operative. “La chiave di tutto è la capacità di acquisizione dei sistemi. Le richieste vanno fatte su uno studio di esigenza operativa trentennale che necessita di un connubio forte tra la parte operativa, industriale e tecnologica che tenga conto delle lezioni apprese. Il recente esempio dei PPA della Marina è perfetto nello spiegare il concetto di un mezzo che sia adattabile nel futuro, in modo da presentare i prodotti italiani in modo competitivo anche sui mercati esteri. Il supporto logistico integrato è un altro punto fondamentale e va reso reale almeno al 80% e non all’attuale 60%. Conclusione affidata al Ministro Pinotti che ha esaltato i risultati degli ultimi 2 anni, citando le commesse kuwaitiana e qatariota, ed insistendo sul fatto che “in questo periodo, finalmente, l’Italia si è davvero mossa come Sistema Paese. Entrambi i successi dovuti alla capacità propositiva di AM ed MM e dei loro programmi di addestramento in partnership con le giovani FA del Golfo”.


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