Si è svolta ieri, lunedì 20 giugno, presso la biblioteca storica di Palazzo Marina a Roma, nell’ambito dell’incontro dal titolo “Interessi marittimi nazionali ed il nuovo strumento navale” la presentazione dello speciale X-trà di Rivista Italiana Difesa sui PPA, in omaggio con il numero della rivista di giugno. La giornata, organizzata da RID in collaborazione con la Marina Militare, e moderata dall'Editore di RID Franco Lazzari, è stata un'occasione importante per tornare sui temi della Legge Navale, delle nuovi costruzioni e del futuro dello strumento navale. Ad aprire gli interventi è stato il Capo di Stato Maggiore della Marina, Amm. Giuseppe De Giorgi, che ha ribadito l'importanza del mare e della marittimità per un Paese come l'Italia, il cui benessere e la cui sicurezza dipendono completamente dall'approvvigionamento dall'esterno di materie prime e risorse energetiche. L'intervento del CSM è poi proseguito con il Mediterraneo rispetto al quale De Giorgi ne ha, da un lato, messo in evidenza la centralità – testimoniata dai numeri: il Mediterraneo, pur rappresentando solo l’1% della superficie acquea globale, è interessato dal 19% del traffico marittimo mondiale, che sale al 30% se parliamo di traffico riguardante il petrolio e fino al 65% per il traffico delle altre risorse energetiche destinate all’Italia e agli altri Paesi europei, comprese quelle trasportate dai gasdotti sottomarini – e, dall'altro, tutte le sfide legate alla sicurezza ed all'instabilità sviluppatesi in questo scenario dopo il fallimento della cosiddetta Primavera Araba. Allo stesso tempo, l'Ammiraglio De Giorgi ha evidenziato come in tale ottica sia fondamentale garantire la sicurezza degli accessi al Mediterraneo, ovvero di aree come il Corno d'Africa o l'Oceano Indiano che costituiscono quel Mediterraneo allargato, dove la Marina è presente da tempo – un impegno che comincia dalla Prima Guerra del Golfo, e continua poi con operazioni come LEONTE, nel 2006 in Libano, fino all'impegno nel Corno d'Africa contro la pirateria – e vuole continuare ad esserlo a tutela dell'interesse nazionale e del benessere della nazione. In tale prospettiva emerge la rilevanza della Marina Militare, elemento abilitante primario per consentire all’Italia di assumere – sin dal tempo di pace – un ruolo da protagonista nel mantenimento dell’equilibrio in Mediterraneo, a tutela della stabilità dell’area e dei diritti umani nella regione, nonché degli interessi nazionali vitali. Ciò richiede al Paese di disporre di uno strumento marittimo credibile, efficace, adeguatamente dimensionato e dotato di tutte le capacità necessarie a garantire l’assunzione di tale responsabilità. Da qui, l'importanza della Legge Navale e delle nuove costruzioni navali, alle quali De Giorgi ha dedicato interamente la seconda parte del suo discorso. De Giorgi è così tornato sulle nuove navi e, soprattutto, sui PPA che costituiscono l'ossatura del Programma Navale di emergenza e l'oggetto dello speciale in edicola questo mese con RID. Dei PPA, De Giorgi ha messo in luce le caratteristiche più significative, dall'autonomia, alla modularità/flessibilità, ed illustrato lo straordinario contenuto tecnologico e tutte le innovazioni presenti, a cominciare da quel cockpit di origine aeronautica che sembra proprio destinato a rivoluzionare la navigazione ed il combattimento di superficie. L'Ammiraglio si è poi sottoposto al fuoco di fila delle domande, alcune delle quali molo puntuali e financo scomode, rispondendo punto a punto e ricordando che i PPA non sono fregate, bensì pattugliatori polivalenti di altura, come indicato dallo stesso nome che li identifica, ed in quanto tali sono destinati a complementare le FREMM, piuttosto che a rimpiazzarle nei compiti, e ad assolvere un vasto spettro di missioni. Dopo De Giorgi è intervento Germano Dottori, Professore di Studi Strategici alla LUISS, nonchè storica "penna" di RID, che è partito dall'analisi di uno scenario sempre più competitivo e caratterizzato da alcune variabili di riferimento ben precise. La prima, è il disimpegno degli Stati Uniti dal Mediterraneo e Medio Oriente (che solo di recente si è un pò allentato con il "ritorno" dopo tanto tempo di ben 2 portaerei nello stesso Mediterraneo) che obbliga anche un Paese come l'Italia, storicamente introflesso, a maturare una nuova dimensione strategica ed a sviluppare di conseguenza il proprio strumento militare. La seconda variabile, in parte conseguenza della prima, è la sempre maggiore competizione che si va ingenerando tra Paesi amici ed alleati. Una competizione per aree di influenza i cui tratti sono emersi chiaramente negli ultimi anni in Libia o che assume le sembianze di dure battaglie commerciali, sopratutto nel campo dell'export militare (come accaduto, per esempio, in Qatar dove una volta tanto ha prevalso l'Italia…). Infine, terza variabile, la constatazione che molti Paesi dell'area, a cominciare da Egitto, con il quale i rapporti sono peggiorati a causa della diversità di posizioni sulla Libia, e Turchia stanno portando avanti robusti piani di riarmo navale che comprendono anche l'acquisizione di unità con capacità anfibia e di proiezione. In questo contesto, secondo Dottori, la Marina è una elle pochissime istituzioni del Paese che ha una coscienza geografica dell'Italia e una strategia ben precisa, nonchè una realtà che ha delle capacità di pianificazione, che deve assolutamente mantenere, che le consentono di condurre pure delle operazioni in autonomia ed a prescindere dall'apporto degli alleati (come fu l'Operazione LEONTE del 2006 in Libano). La giornata è poi proseguita con gli interventi del Direttore di RID, Pietro Batacchi, e del Capo Servizio, Eugenio Po. Il Direttore ha presentato l'X-trà sui PPA ricordando la lunga tradizione di RID con le grandi monografie – da quella sulle FREMM a quella sull'F-35 a, più indietro nel tempo, quella sul caccia Eurofghter TYPHOON - e sottolineando quella cultura dell'approfondimento e del dettaglio che contraddistingue la storia della rivista e che sta dietro anche a questo ennesimo prodotto di eccellenza regalato ai lettori. Il Direttore ha poi continuato con i PPA e con i requisiti che hanno portato allo sviluppo di navi così innovative e per certi aspetti rivoluzionarie. Il primo di questi requisiti, senza dubbio, è l'ampliamento del ventaglio di impiego della Marina. Dal dopoguerra, infatti, la Marina Militare è stata impegnata in operazioni diverse e di diversa natura che vanno dalla protezione civile, alla risposta alle calamità naturali, a, più in generale, operazioni di sicurezza marittima in cui si sovrappongono diversi livelli di minaccia. Quello della multidimensionalità e della variabilità della minaccia è per l'appunto il secondo requisito al quale dovevano rispondere i PPA, ed è da qui che nasce l'enfasi sulla modularità e la scalabilità delle capacità e degli armamenti. In tal senso, lo ripetiamo, i PPA sono navi concepite per affrontare la complessità degli attuali scenari e per questo presentano una grande polivalenza mantenendo, però, una significativa credibilità ed efficacia sotto il profilo tradizionale dell'impiego della forza. Infine, l'altro requisito fondamentale riguardava l'enfasi sulla disponibilità di unità alturiere capaci di garantire la presenza permanente e continuativa in missioni lontane dal territorio nazionale ed esprimere una capacità di pattugliamento in alto mare a grande distanza dai porti e dalle acque nazionali, a protezione delle SLOC e dei traffici commerciali. Quindi navi “grosse”per affrontare condizioni di alto mare e mare impegnativo, garantire elevate doti di autonomia e raggio di azione, ottimi livelli di comfort per l'equipaggio in missioni lunghe e durature ed un grande margine operativo e di crescita per variare/incrementare le dotazioni e le capacità. Il Direttore di RID ha poi chiuso riprendendo l'Ammiraglio De Giorgi e soffermandosi sulle prospettive export dei PPA. Quell'assieme di caratteristiche che abbiamo visto, difatti, potrebbe attirare l'interesse di diverse Marine estere, sopratutto in quei cotesti, dal Sudamerica al Golfo Perisco, dove una taglia importante come quella dei PPA sarebbe perfetta permettendo di affrontare mari e condizioni molto impegnative garantendo comunque capacità di pattugliamento persistente e continuativa. Con la stessa piattaforma, poi, tali Marine potrebbero affrontare tutto il ventaglio di minacce, da quella simmetrica a quella più convenzionale, mentre con navi più piccole come le corvette non sarebbe possibile esprimere un'analoga capacità. La giornata è stata poi chiusa dall'intervento dell'Ing. Eugenio Po che ha decritto nei dettagli l'X-trà ripercorrendo le caratteristiche e le innovazioni delle navi e approfondendo l'analisi tecnica. In definitiva, quella di ieri è stata un'importante giornata a tutto campo dedicata all'approfondimento ed allo sviluppo di concetti fondamentali per l'Italia e la sua capacità di essere protagonista in un mondo sempre più insicuro e competitivo.