Un Airbus A-320 dell'Egypt Air è scomparso sulla tratta Parigi Cairo poco dopo essere entrato nello spazio aereo egiziano, a sud di Creta e Cipro. Secondo le ultime informazioni disponibili, l'aereo sarebbe precipitato in mare. Al momento della scomparsa dai tracciati radar, l'A-320 era ancora in crociera e stava volando ad una quota di 11.000 m, con condizioni meteo buone e l'ultimo contatto con il pilota avvenuto 10 minuti prima dell'uscita dal “sentiero” radar. Sul terreno per il momento ci sono tutte le ipotesi nessuna delle quali, come detto dal Premier francese Manuel Valls, può essere esclusa. Potrebbe trattarsi di un'avaria, ma l'aereo era nuovo, consegnato alla compagnia aerea nel 2003, o di una forte turbolenza, ma le condizioni meteo erano, come già ricordato, buone. Poi ci sono le ipotesi inquietanti legati all'atto terroristico. Ricordiamo il charter russo della Metrojet esploso in volo nei cieli della Penisola del Sinai lo scorso autunno sulla tratta Sharm El Sheik San Pietroburgo. In quel caso, un ordigno esplosivo improvvisato sarebbe stato introdotto a bordo da un meccanico in servizio all'aeroporto di Sharm legato, per via del cugino, allo Stato Islamico e vi sarebbe stata inoltre la complicità di altro personale di sicurezza ai controlli. Uno scenario del genere potrebbe, tuttavia, verificarsi più difficilmente in un aeroporto tipo Charles De Gaulle dove i controlli sono più rigorosi, soprattutto dopo l'ondata di attentatati subita dalla Francia tra il 2014 ed il 2015. Un'altra ipotesi sarebbe quella dell'impiego di componenti non rilevabili ai controlli con le quali poi assemblare a bordo un ordigno improvvisato. Esattamente quanto accadde nel Natale 2009 sul volo 253 della Nortwest Airlines quando il terrorista nigeriano Umar Farouk Abdulmutallab, legato ad Al Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), provò a far detonare una miscela fatta di pentrite e perossido di acetone nascosta nelle mutande, ma non vi riuscì grazie anche all'intervento degli altri passeggeri. Poco meno di un etto di miscela; più che sufficiente, se fatta detonare con efficacia, a creare un danno irreparabile ad una struttura pressurizzata come quella della cellula di un aereo passeggeri in volo ad alta quota. Un altro caso da prendere in considerazione è quello dell'A-321 della compagnia somala Daallo Airlines su cui nel febbraio scorso fu fatto esplodere un piccolo ordigno, presumibilmente un "pacchetto" di TNT, nascosto dentro ad un laptop. L'esplosione, rivendicata poi dagli Al Shabaab, provocò uno squarcio nella fusoliera, ma l'aereo riuscì a rientrare con sicurezza all'aeroporto perchè la detonazione era avvenuta poco dopo il decollo, ovvero ad una quota ancora troppo bassa. Infine, non potrebbe essere escluso l'ipotesi dirottamento, con un commando kamikaze che potrebbe aver preso il controllo della cabina di pilotaggio per far precipitare poi l'aereo. Misteri e tante ipotesi, dunque, come purtroppo accade sempre in casi come questi, che potranno essere definitivamente chiariti solo con il ritrovamento della scatola nera e l'analisi di FDR (Flight Data Recorder), che registra tutti i parametri di volo, e di CVR (Cockpit Voice Recorder), che registra le comunicazioni della cabina di pilotaggio.