RIVISTA ITALIANA DIFESA
Serraj chiede aiuto contro...Haftar 26/04/2016 | Pietro Batacchi

La richiesta di aiuto formulata, ancora non in via formale, da parte del Consiglio Presidenziale di Serraj alla comunità internazionale per proteggere i pozzi petroliferi dalla minaccia di IS potrebbe avere una lettura diversa da quella ufficiale. Questa, infatti, è arrivata proprio all'indomani della notizia riguardante la fornitura di armi e munizioni, e 1.050 nuovi veicoli, alle forze di Haftar. Per la precisione si tratta di 400 blindati leggeri PANTHERA T6 e 650 pickup Toyota. I PANTHERA sono una famiglia di veicoli, derivata da un telaio Toyota, prodotti dall'azienda emiratina Minerva Special Purpose Vehicle e su licenza dall'azienda egiziana Eagles Defence International Systems, e già in uso da tempo con le forze di Haftar. Non a caso Emirati Arabi Uniti ed Egitto sono i 2 grandi sponsor di Haftar, ritenuto da entrambi l'unico vero argine al dilagare della Fratellanza Musulmana in Libia, nonché il garante degli interessi del Cairo in Cirenaica. Questi nuovi veicoli, il cui trasferimento viola pesantemente l'embargo sulle armi alla Libia, potrebbero servire al Generale Haftar per l'annunciata offensiva contro Sirte e Derna, ma, soprattutto, per riprendere il controllo dei pozzi della cosiddetta mezzaluna di Sirte controllati dalle Guardie Petrolifere di Ibrahim Jadran che di recente hanno espresso il loro sostegno per il Consiglio Presidenziale di Serraj lasciando nei, fatti, il Generale senza petrolio. Uno scenario, quello di un'eventuale avanzata di Haftar sulla Mezzaluna di Sirte, che certo non piace allo stesso Serraj, ma che è del tutto ipotetico, basti pensare che per riprendere Bengasi Haftar ha impiegato 2 anni. Tuttavia la posizione del Generale è sempre più forte e i suoi sponsor internazionali, compresa la Francia di Hollande, sembrano decisi a scommettere ancora su di lui. La nuova fornitura di armi e veicoli lo dimostra così come il supporto che anche Parigi sta dando alle autorità militari di stanza a Tobruk. La Francia, infatti, se da un lato dice ufficialmente di sostenere Serraj, dall'altro ha da tempo dispiegato forze speciali che operano come pianificatori e consiglieri embedded con le forze di Haftar ed ha stretto un'alleanza di ferro con Al Sissi fatta di accordi commerciali e mega forniture militari. In questo quadro è giunta, pertanto, la richiesta di Serraj che non solo deve consolidare il proprio potere a Tripoli, dove ci sono ancora forti resistenze al suo insediamento completo, e fare i conti con lo Stato Islamico, ma anche fronteggiare l''iniziativa di Haftar che, dopo la quasi vittoria di Bengasi, sta iniziando a guardare anche oltre.


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