RIVISTA ITALIANA DIFESA
Nagorno Karabakh: si riaccende il conflitto 04/04/2016 | Giuliano Da Frè

Già domenica, l’Azerbaigian ha annunciato la volontà di imporre un “cessate il fuoco” unilaterale, ma 3 giorni di pesanti scontri con l’Armenia e la non riconosciuta Repubblica del Nagorno Karabakh, al centro tra il 1988 e il 1994 di un conflitto che scosse la già traballante impalcatura dell’Unione Sovietica, e provocò 35.000 morti, fanno temere che la nuova fiammata bellica sia tutt’altro che esaurita. D’altra parte, quella che nel maggio 1994 pose fine alla guerra tra Armenia e Azerbaigian è sempre stata poco più di una tregua, rispettata solo sino ad un certo punto. Si calcola che in 20 anni, mine, cecchini, ma anche scontri tra pattuglie e qualche tiro di mortaio, abbiano provocato oltre 3.000 vittime, compresi molti civili. Violenze quasi quotidiane, che ogni tanto si infiammano, anche a causa dell’ambigua situazione del Nagorno Karabakh, che dispone di milizie autonome, benché armate e supportate da Erevan. Scontri più violenti si sono registrati nel 1999-2000, nel 2003, 2005, e con maggiore frequenza e violenza, tra il 2008 e il 2012. Dall’agosto 2014, la situazione è peggiorata: in quell’anno si registrarono quasi 100 morti in scontri di frontiera, e l’abbattimento di un elicottero d’attacco HIND armeno; e nel 2015 le cose non sono andate meglio. Ma è da venerdì scorso che questo conflitto frontaliero a bassa intensità (ma potenzialmente destabilizzante: Erevan è alleata di Mosca, mentre Baku, che ha aumentato del 500% le spese militari nell’ultimo quinquennio, pur mantenendo buoni rapporti con la Russia, ha solidi legami con la Turchia) ha conosciuto una drammatica escalation. Per la prima volta dopo il 1994, sono infatti entrati in azione armamenti pesanti, da ambo le parti: artiglieria, mezzi corazzati ed elicotteri sono intervenuti in diversi settori del fronte (Aghdara, Tartar, Aghdam, Khojavend, Fuzuli) per appoggiare reparti di fanteria impegnati in pesanti combattimenti. Fonti del “governo” del Nagorno Karabakh hanno denunciato l’impiego da parte azera di razzi GRAD contro obbiettivi civili, provocando almeno due morti. Più pesanti le perdite tra i militari: gli armeni ammettono di aver subito tra le proprie file 18 morti e 35 feriti, mentre ufficialmente Baku lamenta 12 morti, diversi feriti, un elicottero Mi-24 HIND, un drone (che da un filmato sembra essere uno degli HERMES-450 acquistati in Israele) e un carro armato distrutti. Fonti ufficiose, e la propaganda, parlano però di oltre 300 caduti e di decine di mezzi corazzati e pezzi d’artiglieria distrutti. La guerra dei comunicati riguarda anche i successi rivendicati dalle 2 parti: gli azeri annunciano la conquista di un villaggio e 2 colline strategiche; gli armeni parlano di efficaci contrattacchi, portati anche con forze corazzate. Gli scontri non riguardano solo l’autoproclamata Repubblica appoggiata da Erevan: al centro della contesa ci sono infatti porzioni di territorio armeno ancora sotto controllo azero, mentre il Nagorno Karabakh era stato “saldato” all’Armenia, durante le ultime offensive del 1993-1994, tramite l'occupazione di località azere, con conseguenze pesanti sulle popolazioni civili, stimabili in oltre 1,2 milioni di profughi. Soprattutto, sullo sfondo campeggia la crescente tensione tra Mosca (che mantiene truppe e basi in Armenia) ed Ankara, schierata con l’Azerbaigian. Il Presidente turco Erdogan ha anzi affermato che la “Turchia resterà a fianco dei fratelli azeri sino in fondo”; Vladimir Putin, il cui Governo vende comunque armi anche a Baku, ha chiesto l’immediato “cessate il fuoco”: per il momento l’Azerbaigian sembra intenzionato ad aderirvi, ma la situazione resta molto tesa. Non va dimenticato che entrambi i Paesi sono bene armati: e se Baku può contare sulle ingenti royalties petrolifere per ammodernare le sue Forze Armate (con acquisiti anche sui mercati americano, turco e israeliano), Erevan conta su un apparato militare bene organizzato, uscito vincitore dalla precedente guerra, e schierato su forti posizioni difensive.


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